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BERLIN BERLIN
sei passeggiate nella nuova capitale tedesca
pubblicate per European Art Magazine http://www.eartmagazine.com

1 Per non dimenticare
2 Tra Parigi e Potsdam
3 Nel cuore ritrovato
4 Sotto la cupola di vetro
5 Da proletari a borghesi
6 Attraversando la città di terra e di acqua




5. DA PROLETARI A BORGHESI
di Andrea Bonavoglia


Dalla fine della Seconda Guerra al 1989 il settore orientale di Berlino fu trasformato in un'area sperimentale per la città del futuro, la metropoli marxista che doveva diventare lo specchio di una società nuova, democratica e priva di gerarchie. In quest'ottica, le demolizioni della guerra furono utilizzate per descrivere una nuova rete urbana, fatta di quartieri ariosi, di strade larghe, di palazzi alti, sulla base delle ricerche funzionaliste sviluppate negli anni Venti e Trenta. Che questa città ideale sia anche piacevole e vivibile non è stato compiutamente dimostrato, ma certamente nel contesto dei nuovi insediamenti, in particolare delle residenze, gli architetti del Razionalismo avevano previsto una massiccia inserzione di verde pubblico, di servizi e di infrastrutture, distinguendo ad esempio in modo netto i percorsi pedonali da quelli automobilistici e le aree pubbliche da quelle private.

Berlino Est ha seguito quelle direttive costruendo soprattutto residenze popolari, ma, come si è detto nel terzo dossier, una scelta dirompente e discutibile di questo come di altri regimi comunisti del Novecento è stata di portare le case operaie nel centro delle città storiche, colpendo al cuore la "vanità borghese". Lungo i viali percorsi al centro dai veloci tram elettrici di Berlin Mitte, di Pankow, di Friedrichshain sono stati costruiti edifici dalle facciate estese per centinaia di metri, destinati alle migliaia di cittadini che, dopo la guerra, avevano bisogno di semplici case. La costruzione di questi edifici, che gli stessi tedeschi chiamavano figuratamente sin dalla fine dell'Ottocento caserme d'affitto, si svolse in parallelo anche nel settore occidentale, ma nei quartieri di periferia, in parte creati ex-novo.

Ecco allora che a Est, a due passi da Alexanderplatz o da Pariserplatz, è possibile trovare le prospettive lunghissime o le torri di grandi case popolari, oggi spesso rinfrescate nel colore degli intonaci e nei servizi a livello strada, ma pur sempre banali nel contesto urbano di una grande capitale mitteleuropea.


Prenzlauerberg

In quartieri di semiperiferia ottocentesca, come Prenzlauerberg nell'ex settore orientale e come Kreuzberg in quello occidentale, colpiti dai bombardamenti ma non distrutti, si è invece assisitito a un'intensa opera di risanamento e a una conseguente metamorfosi delle destinazioni d'uso, legate alle variazioni di valore della proprietà immobiliare. Una passeggiata attraverso Prenzlauerberg è tra le più rivelatrici della situazione della nuova Berlino.

Il quartiere si trova a nord di Alexanderplatz, sulla lieve altura che gli dà nome ed è composto prevalentemente da palazzi residenziali dalle facciate appena articolate, ma decorati con sobrietà e gusto. Oltrepassati i grandi portoni, si susseguono i tipici cortili berlinesi e gli appartamenti che si affacciano davanti, più dignitosi, fanno posto a quelli che si affacciano dietro, più popolari. Molti palazzi sono tuttora in restauro, dopo oltre un decennio di frenetici lavori che hanno riportato a dignità gran parte degli infissi, dei servizi, dei pavimenti. Ai piani terra è stata frequente l'apertura di caffè e ristoranti di qualunque nazionalità, o di negozi più o meno per giovani, ma anche di servizi essenziali, con una certa frequenza di piccole produzioni artigianali.

La storia del quartiere è in effetti indicativa, Prenzlauerberg era nato per il popolo ai tempi dell'imperatore Guglielmo I, con un'alta densità residenziale e un piano edilizio del 1862 firmato da un ingegnere, James Hobrecht. Subì gravi danni ma non demolizioni totali durante la guerra e fu quasi abbandonato a se stesso durante il governo comunista. Subito dopo la caduta del Muro, molti occidentali vennero qui a cercare case economiche da ristrutturare e si creò una certa atmosfera bohémienne, che tuttavia sembra destinata a soccombere a causa dell'arrivo di un ceto più agiato e regolare. Dal 1986 il risanamento è stato affidato a un ente apposito, S. T. E. R. N., che ha posto di fatto tre obiettivi, mantenimento delle tipologie esistenti, possibile utilizzo dei sottotetti a scopo residenziale, utilizzo commerciale o di servizio nelle aree libere soprattutto a pianoterra. Il Senato di Berlino (si ricordi che Berlino è una città-stato) in tutti questi casi regolamenta in modo preciso le incombenze dei proprietari e fornisce contributi laddove necessario.

Tra gli interventi eseguiti, sono esemplari per una comprensione formale della situazione le costruzioni lungo la Danzigerstrasse, dove sussistono alcune facciate ancora ridotte come trent'anni o quarant'anni fa. Il contrasto tra i palazzi rimodernati e ridipinti e quelli ancora da completare è evidente, perchè in effetti non si tratta quasi mai di veri rifacimenti, ma di ordinarie pur se profonde manutenzioni, a volte concluse da scelte simpaticamente fantasiose nel colore degli intonaci.

Nella parte settentrionale del quartiere, lungo la grande arteria della Schoenhauser Allee, è stato eseguito dallo studio Weiss & Faust un ampio intervento di ristrutturazione su una ottocentesca fabbrica di birra, la ben nota Schultheiss, trasformata in un centro culturale. Il Kulturbrauerei è oggi sede di cinema, negozi, spazi pubblici e ospita quotidianamente spettacoli e conferenze. La sua particolarità sta nel fascino di una struttura industriale composita, simile nell'aspetto a un piccolo villaggio collocato dentro la città, con i suoi cortili, i suoi percorsi interni, i suoi spazi variamente articolati

La fabbrica era di per sè una valida testimonianza di architettura industriale, in questo caso tipicamente berlinese per le volumetrie massicce e l'uso sistematico dei mattoni rossi locali, e ora rappresenta un riuscito modello di metamorfosi funzionale, laddove i cortili di sosta e carico dei mezzi di trasporto sono divenuti luoghi di incontro e di passeggio (fig. 6), e le vaste sale destinate alla lavorazione e all'imbottigliamento sono state attrezzate per ospitare poltrone, schermi, palcoscenici.


Mitte

L'intervento sulla vecchia birreria rientra in uno schema conservativo di manufatti ottocenteschi che il Senato, quando possibile, cerca di restituire a nuova vita. Nel cuore della città, Berlin Mitte, simili restauri sono in qualche caso divenuti attrazioni turistiche, come quello delle cosiddette Hackesche-Hoefe, un grande palazzo a due passi dal Duomo articolato su numerose corti interne, oggi uno dei cuori pulsanti della vita cittadina e turistica, tra caffè, negozi, locali e l'eleganza raffinata di un rivestimento di maioliche Jugendstil esteso su tutte le pareti interne.

Non a nuova vita, ma a una situazione di maggior decenza, sono invece restituiti palazzi di utilità pubblica, architettonicamente più interessanti, come la grande sede delle Poste, il Postfuhramt, completo di uffici, laboratori, strutture formative e rimesse per le carrozze, in Oranienburgerstrasse. Anche qui, è notevole la denotazione stilistica determinata dall'uso dei mattoni e di volumi imponenti, dai sapori neo-medioevali soprattutto nelle facciate e nel tiburio ottagonale sull'ingresso principale. Il cantiere mostra con evidenza lo stato del prima e del dopo, con immagini che non hanno bisogno di commenti.


Karl-Marx-Allee

Spostandosi, sempre sulla superficie della vecchia capitale della DDR, a sud-est di Prenzlauerberg, si incontra il primo tratto della Karl-Marx-Allee. Costruita negli anni Cinquanta con il nome di Stalin-Allee fu l'intervento urbano di maggior rilievo eseguito dal partito comunista orientale. Lunga oltre due chilometri, la grande arteria si estende da Alexanderplatz alla Porta di Francoforte, che ad Est svolge il ruolo simmetrico della Porta di Brandeburgo. Il grande viale è delimitato da edifici monumentali, alti fino a dieci piani, di chiara matrice sovietica, destinati soprattutto alla residenza con i loro oltre 5000 appartamenti, ma anche alle attività di servizio, con vasti negozi e locali aperti a livello terra sui larghissimi marciapiedi.

Il risultato architettonico è lontano dal funzionalismo occidentale, o anche dall'International Style che dominava le tendenze di quegli anni. Il socialismo voleva realizzare case comode per la classe operaia mantenendo, in questo caso, una coerenza storica con la città del passato; seguendo questi presupposti, a Berlino fu scelto l'architetto Hermann Henselmann per coordinare gran parte delle attività edilizie della città da ricostruire. Lo stile di Henselmann risale al classicismo locale di Schinkel, ma si nutre di una retorica monumentale che è tipica di tutti i regimi europei del XX secolo. La Stalin-Allee doveva in effetti essere non solo la sede di alloggi e di molte attività commerciali e sociali, tra cui asili, scuole, impianti sportivi, grandi magazzini, ristoranti, biblioteche, ma anche la strada delle manifestazioni politiche e militari dellle istituzioni socialiste. 

L'esecuzione dei palazzi fu comunque basata su tecnologie innovative, sull'uso di telai in cemento armato e parti prefabbricate, mentre nell'apparato decorativo si verificò uno scollamento tra il primo tratto costruito, più legato all'uso di elementi classicisti, e il secondo verso la Porta di Francoforte, più sobrio ed essenziale. La cosiddetta Casa dell'insegnante , un palazzo alto quasi 70 metri, concluse i lavori verso Alexanderplatz nel 1967.

  

Oggi la Karl-Marx-Allee appare ancora sottotono nel contesto della nuova città, e nonostante gli energici lavori di pulizia, che hanno riportato a toni chiari le facciate annerite per decenni dallo smog, non si è ancora verificato un fenomeno di invasione occidentale come per Prenzlauerberg. Alcuni esercizi commerciali poi non sembrano troppo lontani dall'atmosfera della defunta DDR, come se soltanto per loro il tempo si fosse fermato.


Palast der Republik

Nel 2005 era ancora possibile osservare la struttura completa del Palazzo della Repubblica costruito negli anni Cinquanta, in pieno clima International Style, dalla Repubblica Democratica su circa metà della grande spianata dove sorgeva lo Stadtschloss, il Palazzo residenza dei re di Prussia e del Kaiser, esempio tipico di quel barocco utilizzato dalle corti europee per ostentare potenza e ricchezza, ma anche frutto grandioso e stratificato nelle sue varie parti della storia artistica e politica della capitale. All'inizio del 2006 il governo della Repubblica Federale ha chiuso la lunga decennale polemica sul destino del Palast, decretandone la demolizione, ancora in corso nell'estate dello stesso anno. Ciò che verrà dopo non è del tutto chiaro, perchè insieme a molti altri progetti, come quello della vicina Alexanderplatz, anche in questa sede sembra che Berlino abbia previsto spese eccessive per la propria rinascita. Se quindi da un lato la demolizione verrà completata, dall'altro mancano per ora i fondi per la costruzione del previsto nuovo Humboldt-Centrum, più simile allo Schloss degli Hohenzollern che al Palast comunista.

I due palazzi erano quanto di più diverso si può immaginare nel contesto di una volumetria simile. Lo Schloss, disposto in altezza su quattro o cinque livelli, aveva due grandi corti, derivate dall'ala di collegamento tra i lati lunghi, ed era sormontato da due cupole, l'una direttamente sul grandioso ingresso, l'altra al centro dell'ala interna. Le corti, luogo tipico di adunate e cerimonie, erano fastose e fortemente caratterizzate dai monumentali portali di collegamento. La documentazione fotografica insieme alle notizie storiche ci descrivono poi la ricchezza imperiale degli spazi interni e degli arredi, non dissimili da tutte le grandi residenze imperiali di quel tempo.

Il Palast der Republik è invece passato alla storia più per la singolare dissonanza con il luogo in cui fu costruito che per qualche qualità. Progettato da Heinz Graffunder e concluso nel 1976, questo edificio razionalista, squadrato, solido, dotato di grandi superfici vetrate marroni sulla struttura di ferro, fu utilizzato come una specie di grande centro polivalente, per congressi e conferenze soprattutto, ma anche come luogo di incontro. Edificato su metà della superficie occupata dallo Schloss, lasciava libera una grande area per le sfilate o le adunate di regime. La prima motivazione per il suo abbattimento, dopo la riunificazione tedesca, venne dall'amianto utilizzato nelle tamponature, ma chiaramente come per lo Schloss anche per il Palast la diagnosi era meno strutturale che politica. 

Nel 2006 la lenta demolizione è cominciata, e sul lato del palazzo che prospetta verso Alexanderplatz e verso il Karl-Marx-Forum, dove le statue bronzee di Marx e Engles fanno da sfondo a tante fotografie dei turisti, si assiste con qualche perplessità alla lenta demolizione di un mondo più che di un solo palazzo. Al suo posto sorgerà un edificio nuovo, e probabilmente una facciata simile allo Schloss tornerà ad affiancarsi al vecchio e tuttora sporchissimo Duomo della capitale tedesca.

Abbiamo spesso cercato, in queste lunghe passeggiate per Berlino, di trovare il cuore della città e abbiamo pensato di scoprire che la città ne ha molti e diversi. Forse uno si trova nel borgo restaurato di Nicolai Viertel, uno nella grandiosità rinnovata di Alexanderplatz, un altro nell'atmosfera postmoderna di Potsdamerplatz, uno nell'eleganza sobria e a misura d'uomo di Pariserplatz. Ma certamente un altro cuore dovrà rinascere qui, accanto al Duomo ripulito e riparato, accanto alla tranquillità della Spree su cui i due vecchi palazzi affacciavano, accanto agli splendidi e ricchissimi Musei, nel vecchio centro monumentale, religioso e politico della metropoli prussiana.

Sul Web

Storia e immagini delle Kackesche Hoefe
http://www.hackesche-hoefe.com/

Webcam sul Palazzo della Repubblica in demolizione
http://www.dhm.de/zcam/

Berlino, l'unione fa la forza
http://www.touringclub.it/qui/articolo.asp?Key=1463

Caffè Europa, su Berlino
http://www.caffeeuropa.it/attualita/63berlino-architettura.html