La
trasparenza del vetro può essere vista come metafora della
trasparenza della vita politica, dell'amministrazione pubblica, della
partecipazione dello Stato alla vita dei cittadini, e forse a
ciò si è ispirato Norman Foster quando negli anni Novanta
progettava la nuova cupola per il Reichstag, il palazzo simbolo della
storia moderna tedesca (vedi la foto satellitare qui sopra). Da allora,
Berlino si è lettteralmente coperta di vetro nelle centinaia di
nuovi edifici costruiti sopra macerie o aree abbandonate, ma anche
nelle centinaia di risanamenti che hanno visto l'utilizzo di grandi
superfici vetrate per tamponamento o rivestimento di strutture
preesistenti. In città più calde l'effetto serra creato
da simili chiusure porterebbe il clima interno a situazioni
inaccettabili, ma qui il problema, anche se non trascurabile, si pone
soltanto tra metà giugno e metà agosto, e non tutti gli
anni, mentre nelle altre stagioni il calore prodotto dal
surriscaldamento dell'aria è benvenuto. La moda del vetro ha
contagiato molti architetti e se ne vedono tali e tanti esempi da poter
immaginare una sfida tecnica tra i produttori per la scelta delle
caratteristiche strutturali, delle dimensioni, delle sfumature di
colore, delle sagome, degli elementi di giunzione.
I Palazzi del Potere
Tra gli aspetti più importanti della riqualificazione e
ridestinazione della città, i ministeri e gli uffici ad essi
collegati rappresentavano un'imponente quantità di materiale
edilizio, umano e burocratico da costruire e collocare: le sedi
fisiche, il personale, gli strumenti di lavoro. Migliaia e migliaia di
persone si sono trasferite qui dalla capitale provvisoria Bonn alla
fine del secolo scorso, e altre migliaia si sono inserite nel nuovo
contesto politico e amministativo. Il processo è comunque stato
sicuramente meno invasivo di quanto si potrebbe supporre, perchè
la Germania non ha mai posseduto una struttura centralistica, come ad
esempio la Gran Bretagna verso Londra e la Francia verso Parigi, e nel
paese esistono città, in altri tempi anch'esse capitali, che
mantengono ruoli centrali al di sopra di Berlino come Francoforte
nell'ambito finanziario, Monaco e Stoccarda in quello industriale,
Amburgo nel commercio.
I nuovi ministeri e le sedi della vita politica sono stati studiati e
progettati più con intenzioni funzionali che rappresentative, e
nel complesso possono essere visti come fatti architettonici di prima
grandezza, ma anche come moderni monumenti alla ragion di stato. Il
Ministero degli Esteri di Müller e Reimann, in due blocchi
compatti e solenni lungo la Spree, il Ministero degli Interni di
Kühn, Bergander e Bley con le sue torri e l'imponente facciata
curva, la sede della CDU (vedi figura), il partito cristiano
democratico, di Petzinka e Pink che appare come una prua trasparente
lanciata sulle strade, non sono che alcuni tra i mille esempi di nuovi
palazzi accomunati da uno stile "alla Berlino", ben visibili, spesso
taglienti, articolati su più piani e su più volumi.
Le nuove ambasciate poi meriterebbero un percorso o una ricerca
autonoma, per l'estrema ricchezza e varietà delle forme scelte.
Ogni nazione ha affidato a uno dei suoi maggiori architetti
l'esecuzione dell'edificio di rappresentanza e in alcuni casi il
confronto è diretto, perchè il Senato cittadino ha scelto
i lotti in alcune aree predefinite, in particolare accanto al
Tiergarten. D'altra parte, le sedi di maggior peso dei francesi, degli
inglesi, dei russi e degli statunitensi si trovavano e si trovano
tuttora nei dintorni di Pariserplatz, e sono state ricostruite o
restaurate secondo i vincoli del sito.
Il Reichstag
La cupola di vetro di Foster è uno dei luoghi più
visitati e amati di Berlino, un oggetto architettonico che possiede
l'apparente semplicità dei capolavori.
Il palazzo del Reichstag, oggi sede del Bundestag, fu completato nel
1894 su progetto di Paul Wallot ed ha un aspetto compatto, neoclassico,
con un monumentale pronao di ingresso che lo apparenta a molti altri
edifici ottocenteschi, come il British Museum di Londra o il Parlamento
di Vienna. Caratteristica originale e ben visibile era la grande cupola
che lo sormontava, costruita in ferro e vetro secondo la voga
ingegneristica del periodo. Nel 1933 un "misterioso" incendio
prestò ai nazisti l'occasione per sospendere l'attività
democratica nell'edificio e durante la guerra i bombardamenti subiti e
la riconquista da parte dei russi, immortalata da una fotografia
divenuta emblema della fine della guerra, fecero del Reichstag il
triste simbolo dell'unità perduta della Germania e della sua
sconfitta.
Rimasto
nel settore occidentale, ma a due passi dal Muro, l'edificio non venne
risanato ma in qualche modo "messo a tacere". Nel 1954 i resti della
cupola originale furono demoliti e negli anni Sessanta furono eseguiti
restauri conservativi sull'esterno e protettivi nell'interno. Di fatto,
per oltre quarant'anni poco utilizzato come filiale del Parlamento di
Bonn, il 3 ottobre del 1990 il Reichstag tornò agli onori della
cronaca come sede non casuale dell'atto di Riunificazione voluto da
Helmut Kohl, alla presenza tra gli altri di un protagonista come Willy
Brandt, ex cancelliere della Germania Federale, ex borgomastro di
Berlino ed ex soldato della guerra al nazismo. E sempre qui, in una
riunione del Bundestag, il 20 giugno 1991, si decise di riportare la
capitale a Berlino, e il 19 aprile del 1999 si svolse la prima seduta
del nuovo Parlamento della Germania riunita.
Nel 1995, dopo l'aggiudicazione a Foster dei lavori di ricostruzione,
ma prima del loro inizio, Christo impacchettò il Reichstag con
un incredibile, smisurato manto argenteo, stretto da corde azzurre,
creando un evento nazionale di portata imprevista e dal quale forse
nacque, per milioni di tedeschi e per i berlinesi stessi, la nuova e
redditizia vocazione turistica della città. La cupola fece il
resto e lanciò in orbita la Berlino città d'arte, meta di
visite e soggiorni, inserita finalmente nel grande circuito economico
del turismo internazionale.
Il restauro di Foster non è stato tuttavia un'operazione
semplice o prevedibile, ma si è posto anzi come un modello
straordinariamente vitale per la ricostruzione della città. Alla
base, nella concezione archiettonica, artistica e politica del grande
maestro inglese, troviamo gli ideali stessi della democrazia: la
trasparenza del potere, l'eguaglianza dei cittadini, il rispetto della
storia.
I lavori di normalizzazione del palazzo, che molti, tra cui Santiago
Calatrava vincitore nel 1992 di un primo concorso per la
ristrutturazione, volevano svuotare completamente lasciando in piedi
solo l'involucro esterno, hanno infatti portato alla luce numerose
testimonianze dell'edificio originale e degli interventi del
dopoguerra; Foster si è allora convinto della necessità
di mantenere intatte le testimonianze più interessanti, pur
all'interno di una revisione funzionale della struttura e delle
divisioni interne, tenendo in massimo conto che il Bundestag,
cioè l'organismo parlamentare federale che trova sede nel
palazzo tuttora denominato Reichstag (ingenerando qualche confusione
anche nei cittadini tedeschi), è il cuore stesso della
Repubblica, il luogo e il simbolo della democrazia, e deve
rappresentare l'unità e la civiltà tedesca. A questo
scopo Foster svela l'interno grazie alla trasparenza dei vetri e
all'apertura degli spazi e definisce un unico ingresso per tutti,
deputati, cittadini, visitatori, dal grande pronao sul lato
occidentale, sotto la scritta cubitale "Dem Deutschen Volke" (Al popolo
tedesco). La posizione attuale dell'edificio, com'è venuta a
determinarsi dalle ultime ristrutturazioni urbane, lo valorizza poi
notevolmente: sul lato orientale lungo la Spree, infatti, il Reichstag
è fronteggiato e rispecchiato dalle nuovissime sedi degli uffici
del Parlamento, in un angolo della città privo di traffico e di
rumore, mentre verso nord a poche centinaia di metri in linea d'aria si
trova la nuova spettacolare Hauptbahnohof, gigante anch'esso coperto di
vetro, in cui transitano migliaia di passeggeri ogni giorno e intorno
al quale è in costruzione una nuova fetta di città.
La cupola resta comunque l'elemento più popolare e appariscente
del lavoro di Foster e merita attenzione tanto per le scelte formali
quanto per quelle tecniche. L'architetto inglese ha voluto collocare
questo grandioso oggetto d'acciaio, alto 23 metri e largo 40, pesante
oltre mille tonnellate e rivestito da due strati di vetro, poggiandolo
sulla nuova copertura piana del palazzo, resa praticabile e dotata di
aree ricreative sia per i visitatori sia per i funzionari dello Stato.
In realtà la cupola si sovrappone a un elemento conico
capovolto, detto da Foster il light sculptor, che penetra nella
sottostante grande sala del parlamento e che è retto dalla
struttura stessa della cupola. Scultore di luce pesante 300 tonnellate,
largo da 2 metri e mezzo fino a 16, il cono è rivestito da
specchi di vetro che assorbono la luce esterna, mossi da un meccanismo
elettronico che giorno per giorno segue la traccia celeste del sole;
viceversa, quando la luce elettrica è accesa nella Camera
sottostante, il cono riflette la luce sulla cupola e segnala alla
Capitale che il Parlamento lavora. Anche la ventilazione interna
è garantita da sofisticati sistemi eco-compatibili, che
sfruttano le correnti naturali e quelle indotte tramite scambiatori di
calore. Se questi dati tecnologici sono rilevanti, il percorso interno
nella cupola, ripreso sicuramente dalla tradizione rinascimentale,
è comunque e sicuramente di grande suggestione formale, con le
ampie rampe elicoidali che consentono al visitatore di galleggiare
sopra il palazzo e nel cielo di Berlino.
I nuovi palazzi del Parlamento e il Kanzleramt
Nell'intenzione di creare un nuovo Regierungsviertel, Quartiere di
Governo, nei pressi del vecchio ma rinnovato Reichstag sono stati
costruiti, scavalcando la Spree, il nuovo Cancellierato e due grandi
edifici destinati alle funzioni laterali del Parlamento. La scelta
urbanistica, a monte dell'architettura costruita, aveva stabilito una
continuità tra questi edifici, che li proietta volumetricamente
e anche formalmente in direzione Est-Ovest, scavalcando la Spree una
seconda volta e determinando un complesso in linea che appare uniforme
e letteralmente sterminato. Il progetto datato 1997 dei due palazzi
parlamentari, denominati Paul-Loebe-Haus e Marie-Elisabeth-Lueders-Haus
è di Stephan Braunfels, mentre quello coevo del Kanzleramt
è di Axel Shultes e Charlotte Frank.
I critici di architettura e i berlinesi stessi non hanno apprezzato in
modo particolare questa lunghissima stecca architettonica, ma ne hanno
forse sottovalutata la qualità progettuale. A partire dal parco
a Ovest del fiume, per passare alle ampie facciate del nuovo
Cancellierato rivolte verso l'Hauptbahnohof a Nord, seguendo
l'apparente discontinuità sulla Willy-Brandt-Strasse per la
nuova successione di pareti e vetrate, di pieni e di vuoti ritagliati
nelle superfici, fino al secondo ponte sul fiume, con l'episodio
terminale di una parete di vetro che guarda e riflette il prospetto
orientale del Reichstag, questo complesso è certamente un'opera
di impegno e di ingegno considerevolissimi. La prima coppia di
architetti ha voluto insediarsi sul territorio in uno spirito
romano-rinascimentale, riprendendo la pianta dei circhi imperiali e la
tipologia delle grandi ville italiane, aperte su giardini cintati da
mura, e ha poi costruito le volumetrie secondo modelli incorociati tra
un razionalismo geometrizzante e una postmodernità esuberante.
Il risultato, nonostante varie critiche rivolte a una certa dispersione
e alle facciate sicuramente inconsuete (la principale è stata
ribattezzata "Waschmaschine", la lavatrice, per la grande apertura
circolare), deve essere ancora valutato appieno, legato com'è al
contesto urbano ancora in parte da concludere e alle struttura viaria,
delle quale le alberature oggi ancora "leggere" saranno domani un
elemento caratterizzante. Inaugurata nel 2001, la nuova Cancelleria
della Germania Federale copre una superficie di oltre 12mila metri
quadrati, come dire otto volte quella della Casa Bianca.
I
due edifici di Braunfels, in asse fisico con la Cancelleria ma connessi
con la struttura amministrativa del Parlamento, fungono da elemento
connettivo del nuovo quartiere governativo e, a stretto contatto con lo
storico Reichstag, non sembrano affatto temerne la presenza. Braunfels,
notissimo per l'elegante architettura della nuova Pinacoteca della
Modernità di Monaco di Baviera e anche per altri progetti sempre
in Germania, possiede un proprio stile, determinato dalla frequente
presenza di slanciatissime colonne e di sottili setti disposti come
griglia di sostegno, in alcuni tratti isolati, resi all'apparenza
fragili, ma che sanno invece disegnare al meglio il profilo e la
tensione di una forma. E' un'architettura che cerca la luce e la
leggerezza e qui, di fronte alla massiccia mole del Reichstag, affronta
e riflette l'altro stile, quello vecchio, lo provoca con improvvisi
scarti volumetrici, e finisce imprevedibilmente per sovrastarlo, per
appropriarsene . I due palazzi di Braunfels sono divisi dal fiume,
oggi dotato di banchine ampie e ben percorribili, ma sono collegati da
un'esile struttura a ponte che nella parte superiore può essere
percorsa solo a piedi e in quella inferiore, dolcemente arcuata, solo
su due ruote.
SUL WEB
Voce Berlino della Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Berlino
Informazioni turistiche:
http://www.berlin-tourist-information.de/italiano/index.php
Berlino capitale:
http://www.viaggio-in-germania.de/berlino.html
Sito ufficiale (in tedesco, inglese, francese) del Parlamento tedesco:
http://www.bundestag.de/htdocs_e/index.html
Panorami interni - un giro attraverso il quartiere parlamentare (fascicolo completo di 75 pagine in pdf):
http://www.bundestag.de/interakt/infomat/fremdsprachiges_material/downloads/einblickeIt_download.pdf
Sito di Stephan Braunfels:
http://www.braunfels-architekten.de/