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BERLIN BERLIN
sei passeggiate nella nuova capitale tedesca
pubblicate per European Art Magazine http://www.eartmagazine.com

1 Per non dimenticare
2 Tra Parigi e Potsdam
3 Nel cuore ritrovato
4 Sotto la cupola di vetro
5 Da proletari a borghesi
6 Attraversando la città di terra e di acqua




4. SOTTO LA CUPOLA DI VETRO
di Andrea Bonavoglia


La trasparenza del vetro può essere vista come metafora della trasparenza della vita politica, dell'amministrazione pubblica, della partecipazione dello Stato alla vita dei cittadini, e forse a ciò si è ispirato Norman Foster quando negli anni Novanta progettava la nuova cupola per il Reichstag, il palazzo simbolo della storia moderna tedesca (vedi la foto satellitare qui sopra). Da allora, Berlino si è lettteralmente coperta di vetro nelle centinaia di nuovi edifici costruiti sopra macerie o aree abbandonate, ma anche nelle centinaia di risanamenti che hanno visto l'utilizzo di grandi superfici vetrate per tamponamento o rivestimento di strutture preesistenti. In città più calde l'effetto serra creato da simili chiusure porterebbe il clima interno a situazioni inaccettabili, ma qui il problema, anche se non trascurabile, si pone soltanto tra metà giugno e metà agosto, e non tutti gli anni, mentre nelle altre stagioni il calore prodotto dal surriscaldamento dell'aria è benvenuto. La moda del vetro ha contagiato molti architetti e se ne vedono tali e tanti esempi da poter immaginare una sfida tecnica tra i produttori per la scelta delle caratteristiche strutturali, delle dimensioni, delle sfumature di colore, delle sagome, degli elementi di giunzione.


I Palazzi del Potere
Tra gli aspetti più importanti della riqualificazione e ridestinazione della città, i ministeri e gli uffici ad essi collegati rappresentavano un'imponente quantità di materiale edilizio, umano e burocratico da costruire e collocare: le sedi fisiche, il personale, gli strumenti di lavoro. Migliaia e migliaia di persone si sono trasferite qui dalla capitale provvisoria Bonn alla fine del secolo scorso, e altre migliaia si sono inserite nel nuovo contesto politico e amministativo. Il processo è comunque stato sicuramente meno invasivo di quanto si potrebbe supporre, perchè la Germania non ha mai posseduto una struttura centralistica, come ad esempio la Gran Bretagna verso Londra e la Francia verso Parigi, e nel paese esistono città, in altri tempi anch'esse capitali, che mantengono ruoli centrali al di sopra di Berlino come Francoforte nell'ambito finanziario, Monaco e Stoccarda in quello industriale, Amburgo nel commercio.

I nuovi ministeri e le sedi della vita politica sono stati studiati e progettati più con intenzioni funzionali che rappresentative, e nel complesso possono essere visti come fatti architettonici di prima grandezza, ma anche come moderni monumenti alla ragion di stato. Il Ministero degli Esteri di Müller e Reimann, in due blocchi compatti e solenni lungo la Spree, il Ministero degli Interni di Kühn, Bergander e Bley con le sue torri e l'imponente facciata curva, la sede della CDU (vedi figura), il partito cristiano democratico, di Petzinka e Pink che appare come una prua trasparente lanciata sulle strade, non sono che alcuni tra i mille esempi di nuovi palazzi accomunati da uno stile "alla Berlino", ben visibili, spesso taglienti, articolati su più piani e su più volumi.


Le nuove ambasciate poi meriterebbero un percorso o una ricerca autonoma, per l'estrema ricchezza e varietà delle forme scelte. Ogni nazione ha affidato a uno dei suoi maggiori architetti l'esecuzione dell'edificio di rappresentanza e in alcuni casi il confronto è diretto, perchè il Senato cittadino ha scelto i lotti in alcune aree predefinite, in particolare accanto al Tiergarten. D'altra parte, le sedi di maggior peso dei francesi, degli inglesi, dei russi e degli statunitensi si trovavano e si trovano tuttora nei dintorni di Pariserplatz, e sono state ricostruite o restaurate secondo i vincoli del sito.

Il Reichstag
La cupola di vetro di Foster è uno dei luoghi più visitati e amati di Berlino, un oggetto architettonico che possiede l'apparente semplicità dei capolavori.


Il palazzo del Reichstag, oggi sede del Bundestag, fu completato nel 1894 su progetto di Paul Wallot ed ha un aspetto compatto, neoclassico, con un monumentale pronao di ingresso che lo apparenta a molti altri edifici ottocenteschi, come il British Museum di Londra o il Parlamento di Vienna. Caratteristica originale e ben visibile era la grande cupola che lo sormontava, costruita in ferro e vetro secondo la voga ingegneristica del periodo. Nel 1933 un "misterioso" incendio prestò ai nazisti l'occasione per sospendere l'attività democratica nell'edificio e durante la guerra i bombardamenti subiti e la riconquista da parte dei russi, immortalata da una fotografia divenuta emblema della fine della guerra, fecero del Reichstag il triste simbolo dell'unità perduta della Germania e della sua sconfitta.

Rimasto nel settore occidentale, ma a due passi dal Muro, l'edificio non venne risanato ma in qualche modo "messo a tacere". Nel 1954 i resti della cupola originale furono demoliti e negli anni Sessanta furono eseguiti restauri conservativi sull'esterno e protettivi nell'interno. Di fatto, per oltre quarant'anni poco utilizzato come filiale del Parlamento di Bonn, il 3 ottobre del 1990 il Reichstag tornò agli onori della cronaca come sede non casuale dell'atto di Riunificazione voluto da Helmut Kohl, alla presenza tra gli altri di un protagonista come Willy Brandt, ex cancelliere della Germania Federale, ex borgomastro di Berlino ed ex soldato della guerra al nazismo. E sempre qui, in una riunione del Bundestag, il 20 giugno 1991, si decise di riportare la capitale a Berlino, e il 19 aprile del 1999 si svolse la prima seduta del nuovo Parlamento della Germania riunita.

Nel 1995, dopo l'aggiudicazione a Foster dei lavori di ricostruzione, ma prima del loro inizio, Christo impacchettò il Reichstag con un incredibile, smisurato manto argenteo, stretto da corde azzurre, creando un evento nazionale di portata imprevista e dal quale forse nacque, per milioni di tedeschi e per i berlinesi stessi, la nuova e redditizia vocazione turistica della città. La cupola fece il resto e lanciò in orbita la Berlino città d'arte, meta di visite e soggiorni, inserita finalmente nel grande circuito economico del turismo internazionale.


Il restauro di Foster non è stato tuttavia un'operazione semplice o prevedibile, ma si è posto anzi come un modello straordinariamente vitale per la ricostruzione della città. Alla base, nella concezione archiettonica, artistica e politica del grande maestro inglese, troviamo gli ideali stessi della democrazia: la trasparenza del potere, l'eguaglianza dei cittadini, il rispetto della storia.

I lavori di normalizzazione del palazzo, che molti, tra cui Santiago Calatrava vincitore nel 1992 di un primo concorso per la ristrutturazione, volevano svuotare completamente lasciando in piedi solo l'involucro esterno, hanno infatti portato alla luce numerose testimonianze dell'edificio originale e degli interventi del dopoguerra; Foster si è allora convinto della necessità di mantenere intatte le testimonianze più interessanti, pur all'interno di una revisione funzionale della struttura e delle divisioni interne, tenendo in massimo conto che il Bundestag, cioè l'organismo parlamentare federale che trova sede nel palazzo tuttora denominato Reichstag (ingenerando qualche confusione anche nei cittadini tedeschi), è il cuore stesso della Repubblica, il luogo e il simbolo della democrazia, e deve rappresentare l'unità e la civiltà tedesca. A questo scopo Foster svela l'interno grazie alla trasparenza dei vetri e all'apertura degli spazi e definisce un unico ingresso per tutti, deputati, cittadini, visitatori, dal grande pronao sul lato occidentale, sotto la scritta cubitale "Dem Deutschen Volke" (Al popolo tedesco). La posizione attuale dell'edificio, com'è venuta a determinarsi dalle ultime ristrutturazioni urbane, lo valorizza poi notevolmente: sul lato orientale lungo la Spree, infatti, il Reichstag è fronteggiato e rispecchiato dalle nuovissime sedi degli uffici del Parlamento, in un angolo della città privo di traffico e di rumore, mentre verso nord a poche centinaia di metri in linea d'aria si trova la nuova spettacolare Hauptbahnohof, gigante anch'esso coperto di vetro, in cui transitano migliaia di passeggeri ogni giorno e intorno al quale è in costruzione una nuova fetta di città.

La cupola resta comunque l'elemento più popolare e appariscente del lavoro di Foster e merita attenzione tanto per le scelte formali quanto per quelle tecniche. L'architetto inglese ha voluto collocare questo grandioso oggetto d'acciaio, alto 23 metri e largo 40, pesante oltre mille tonnellate e rivestito da due strati di vetro, poggiandolo sulla nuova copertura piana del palazzo, resa praticabile e dotata di aree ricreative sia per i visitatori sia per i funzionari dello Stato. In realtà la cupola si sovrappone a un elemento conico capovolto, detto da Foster il light sculptor, che penetra nella sottostante grande sala del parlamento e che è retto dalla struttura stessa della cupola. Scultore di luce pesante 300 tonnellate, largo da 2 metri e mezzo fino a 16, il cono è rivestito da specchi di vetro che assorbono la luce esterna, mossi da un meccanismo elettronico che giorno per giorno segue la traccia celeste del sole; viceversa, quando la luce elettrica è accesa nella Camera sottostante, il cono riflette la luce sulla cupola e segnala alla Capitale che il Parlamento lavora. Anche la ventilazione interna è garantita da sofisticati sistemi eco-compatibili, che sfruttano le correnti naturali e quelle indotte tramite scambiatori di calore. Se questi dati tecnologici sono rilevanti, il percorso interno nella cupola, ripreso sicuramente dalla tradizione rinascimentale, è comunque e sicuramente di grande suggestione formale, con le ampie rampe elicoidali che consentono al visitatore di galleggiare sopra il palazzo e nel cielo di Berlino.

I nuovi palazzi del Parlamento e il Kanzleramt
Nell'intenzione di creare un nuovo Regierungsviertel, Quartiere di Governo, nei pressi del vecchio ma rinnovato Reichstag sono stati costruiti, scavalcando la Spree, il nuovo Cancellierato e due grandi edifici destinati alle funzioni laterali del Parlamento. La scelta urbanistica, a monte dell'architettura costruita, aveva stabilito una continuità tra questi edifici, che li proietta volumetricamente e anche formalmente in direzione Est-Ovest, scavalcando la Spree una seconda volta e determinando un complesso in linea che appare uniforme e letteralmente sterminato. Il progetto datato 1997 dei due palazzi parlamentari, denominati Paul-Loebe-Haus e Marie-Elisabeth-Lueders-Haus è di Stephan Braunfels, mentre quello coevo del Kanzleramt è di Axel Shultes e Charlotte Frank.


I critici di architettura e i berlinesi stessi non hanno apprezzato in modo particolare questa lunghissima stecca architettonica, ma ne hanno forse sottovalutata la qualità progettuale. A partire dal parco a Ovest del fiume, per passare alle ampie facciate del nuovo Cancellierato rivolte verso l'Hauptbahnohof a Nord, seguendo l'apparente discontinuità sulla Willy-Brandt-Strasse per la nuova successione di pareti e vetrate, di pieni e di vuoti ritagliati nelle superfici, fino al secondo ponte sul fiume, con l'episodio terminale di una parete di vetro che guarda e riflette il prospetto orientale del Reichstag, questo complesso è certamente un'opera di impegno e di ingegno considerevolissimi. La prima coppia di architetti ha voluto insediarsi sul territorio in uno spirito romano-rinascimentale, riprendendo la pianta dei circhi imperiali e la tipologia delle grandi ville italiane, aperte su giardini cintati da mura, e ha poi costruito le volumetrie secondo modelli incorociati tra un razionalismo geometrizzante e una postmodernità esuberante. Il risultato, nonostante varie critiche rivolte a una certa dispersione e alle facciate sicuramente inconsuete (la principale è stata ribattezzata "Waschmaschine", la lavatrice, per la grande apertura circolare), deve essere ancora valutato appieno, legato com'è al contesto urbano ancora in parte da concludere e alle struttura viaria, delle quale le alberature oggi ancora "leggere" saranno domani un elemento caratterizzante. Inaugurata nel 2001, la nuova Cancelleria della Germania Federale copre una superficie di oltre 12mila metri quadrati, come dire otto volte quella della Casa Bianca.


I due edifici di Braunfels, in asse fisico con la Cancelleria ma connessi con la struttura amministrativa del Parlamento, fungono da elemento connettivo del nuovo quartiere governativo e, a stretto contatto con lo storico Reichstag, non sembrano affatto temerne la presenza. Braunfels, notissimo per l'elegante architettura della nuova Pinacoteca della Modernità di Monaco di Baviera e anche per altri progetti sempre in Germania, possiede un proprio stile, determinato dalla frequente presenza di slanciatissime colonne e di sottili setti disposti come griglia di sostegno, in alcuni tratti isolati, resi all'apparenza fragili, ma che sanno invece disegnare al meglio il profilo e la tensione di una forma. E' un'architettura che cerca la luce e la leggerezza e qui, di fronte alla massiccia mole del Reichstag, affronta e riflette l'altro stile, quello vecchio, lo provoca con improvvisi scarti volumetrici, e finisce imprevedibilmente per sovrastarlo, per appropriarsene . I due palazzi di Braunfels sono divisi dal fiume, oggi dotato di banchine ampie e ben percorribili, ma sono collegati da un'esile struttura a ponte che nella parte superiore può essere percorsa solo a piedi e in quella inferiore, dolcemente arcuata, solo su due ruote.



SUL WEB

Voce Berlino della Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Berlino
Informazioni turistiche:
http://www.berlin-tourist-information.de/italiano/index.php
Berlino capitale:
http://www.viaggio-in-germania.de/berlino.html
Sito ufficiale (in tedesco, inglese, francese) del Parlamento tedesco:
http://www.bundestag.de/htdocs_e/index.html
Panorami interni - un giro attraverso il quartiere parlamentare (fascicolo completo di 75 pagine in pdf):
http://www.bundestag.de/interakt/infomat/fremdsprachiges_material/downloads/einblickeIt_download.pdf
Sito di Stephan Braunfels:
http://www.braunfels-architekten.de/