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TECNE

Introduzione(1997)
La pratica di Internet(1997)
La scuola, la rete e la riforma(1997)
Essere ipertestuali(1999)
Tipi e forme delle pagine WEB(1999)
La Nuova Fenomenologia dello Smanettatore(1999)

 

Tecne
Introduzione
Tecne, liberamente traslitterato dal greco, vuol dire arte, ma anche tecnica.
A livelli normali di comunicazione, l'italiana tecnica è parola dal senso chiaro, l'insieme delle conoscenze pratiche per fare qualcosa. La parola arte è piuttosto un miscuglio di richiami a capacità espressive, creative e comunicative. Il tema centrale degli scritti che trovate qui si impernia su questa dualità ...
Una premessa che è anche e soprattutto una promessa: cercherò sempre di ragionare con quella saggezza minima che si chiama buon senso ... Fare ricerche su quanto hanno detto Gadamer, Husserl, Einstein, o Newton, Leibniz e gli altri sui problemi della conoscenza è senza dubbio e sempre illuminante, come rintracciare il più esaustivo o il più recente contributo su un argomento è senza dubbio e sempre importante, tuttavia, al livello divulgativo e non specialistico su cui voglio lavorare, sarebbero strategie senza dubbio e sempre inutili.
Intendo citare soltanto, se me ne capiterà l'occasione, quei personaggi che probabilmente hanno capito di questo problema molto più di quanto potremo io e voi : Leonardo da Vinci che vedeva nella pittura la summa di ogni sua ricerca scientifica, Robert Musil che da matematico si trasformò in romanziere e poeta, Umberto Eco, semiologo, che "se ha scritto un romanzo è perché ha scoperto, in età matura, che di ciò di cui non si può teorizzare, si deve narrare", ... ad esempio.
Lasciamo da parte allora per un istante l'etimologia precisa, la ricostruzione filologica e glottologica dei termini... Proviamo a immaginare di dover spiegare perché in italiano le parole arte e tecnica sono distinte. Proviamo, ma non è facile affatto, certamente non facile quanto sembra. Si pensi a un artigiano, il falegname ad esempio : la sua professionalità consiste nel possedere le capacità per costruire un oggetto, e quindi deve sapere bene come quell'oggetto apparirà quando sarà realizzato. Il suo mestiere è fatto di tecnica, ma l'opera che esegue viene svolta ad arte, appunto, nel senso di una sensibilità particolare verso l'oggetto. Lo stesso diremo di un cuoco, ... ma potremmo dirlo di Giotto? La difficile tecnica dell'affresco è alla base delle sue qualità artistiche, risponderebbe un "tecnicista", mentre un "artista" controbatterebbe sicuramente che è l'arte dentro Giotto a spingerlo verso una perfetta acquisizione di quella tecnica necessaria a dare espressione concreta all'arte stessa. Il buon senso potrebbe già dirci che si tratterà di individuare una via di mezzo tra queste risposte... e in prima approssimazione potremmo anche individuare nell'artigianato, o arte applicata, un punto interessante per chiarirci le idee, magari scorrendone la storia dai ceramisti greci ai Della Robbia, e da William Morris a Marcel Breuer.
Il tecnico e l'artista non sono che le due facce di un problema annoso della cultura nel suo complesso, soprattutto di quella italiana. Separare il mondo della cultura in due specie di tronchi autonomi, da una parte i pratici e concreti "tecnici" e dall'altra i teorici e idealisti "artisti" rappresenta un errore davvero secolare, che necessita di una correzione il più possibile immediata.
La mia ipotesi è che questo è il momento giusto.
*
Con quale diritto e con quale competenza parlo di un problema tanto rilevante?
Si vedano le mie modeste note personali nel curriculum interno al mio WEB, per stabilire che non ne ho diritto ! Ma ... vorrei sottolineare che non sono uno specialista di nulla, se si eccettuano forse un paio di epoche storico-artistiche, e che so un poco di tutto, o almeno di quel tutto che di solito si chiama cultura generale, l'informatica e Internet comprese. Tecne raccoglie alcuni testi che ho scritto su temi di questo genere.
I testi hanno origini diverse e diversi ne sono i presupposti, anche se "Internet" nelle sue varie forme e nei suoi disparati contenuti potrebbe apparentemente porsi come dato unificante. In realtà il tema sotterraneo che mi ha guidato e che dovrebbe alla fine risultare evidente è piuttosto "la Cultura di oggi, in presenza di Internet".
 
Insegno Storia dell'Arte da dieci anni nelle superiori e ho con la didattica un rapporto totalizzante, nel senso che buona parte della mia vita si orienta in quella direzione. L'osservazione anche casuale di qualunque fenomeno mi provoca una quasi immediata formula esplicativa, costruita non per me, ma per un eventuale ascoltatore.
Normalmente so farmi capire, ma da quando sono abbonato a Internet ho cercato spesso, e spesso invano, di spiegare ad amici, colleghi e allievi di che cosa si tratta. Nonostante la manualistica che spiega insistentemente quanto sia "semplice" collegarsi alla Rete, il problema da affrontare con i non esperti di PC appare comunque di notevole portata. Ogni parola deve effettivamente essere spiegata, ogni termine reso concreto, ogni analogia dimostrata.
I manuali ci sono, e sono tantissimi. Gli scaffali di Informatica nelle grandi librerie sono pieni di volumi, e buona parte di essi hanno a che fare con Internet. Sono usciti testi di ogni genere, al 90 % completamente inutili, cari, e neppure piacevoli da sfogliare. Ma la moda Internet trascina, e il mercato ha le sue leggi. Continuare a far credere che collegarsi e lavorare con Internet è facilissimo, serve a far vendere sia novantanove libri inutili su Internet, facilissimi da scrivere, sia quel libro su cento che fornisce informazioni.
I neofiti, newusers secondo l'uso informatico, non riescono a capire cos'è Internet neppure davanti alla pratica di Internet. Ho capito questo con stupita precisione, quando mi sono reso conto che il neofita davanti a Netscape in fase di navigazione somiglia a me davanti a certi video-giochi controllati da abilissimi e veloci teen-agers. Si vede, si segue forse un senso, ma non si capisce.
La soluzione per imparare è provarci in prima persona, andare avanti, lavorarci, provare e riprovare ancora... poi leggere i manuali utili, che saranno a quel punto comprensibili e necessari, e dopo i manuali finalmente leggere i capitoli di "TECNE - ovvero come la cultura cambia nei tempi di Internet", .... con il che mi garantisco un lettore non sprovveduto, che è poi quello cui mi rivolgo.
Naturalmente sarei felicissimo di venire a sapere, magari tramite e-mail!, che anche un neofita dei PC ha potuto trarre qualcosa di utile da quello che ho scritto.  
Roma - 1997
Tecne
La pratica di Internet
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Che cos'è Internet dimostrato attraverso un esempio.
 
"....... la rete Internet è in primo luogo uno strumento di comunicazione. Proprio come la rete telefonica, Internet nasce per permettere la comunicazione e lo scambio di informazioni. Le informazioni scambiate su Internet tuttavia non sono suoni - o meglio, non sono solo suoni. Sono informazioni dello stesso tipo di quelle che un qualunque personal computer è in grado di utilizzare e manipolare: testi scritti, ma anche immagini e suoni digitalizzati...... non sono semplicemente organizzate secondo la metafora dell'ipertesto: sono un ipertesto. Il lettore .... deve però sapere fin d'ora che fino a quando non avrà capito almeno nelle linee essenziali cos'è un ipertesto, e perché tanta parte dell'informazione distribuita attraverso Internet ha una forma ipertestuale (o, per essere più esatti, ipermediale), non potrà dire di aver compreso cos'è Internet."
La citazione è da Internet 97, ed. Laterza, di Marco Calvo, Fabio Ciotti, Gino Roncaglia e Marco Zela, disponibile sia in Rete che in libreria. E il punto centrale è già toccato, l'ipertesto. La prossima citazione è personale :
"Un ipertesto è un testo in cui sono presenti elementi di collegamento con altri oggetti.
Un ipertesto non è altro che un testo farcito di collegamenti interni e/o esterni.
Un ipertesto può essere composto da varie parti:
-----elementi di testo, elementi grafici, come fotografie e illustrazioni, elementi animati, come film e cartoni animati, elementi sonori;
-----collegamenti.
Per creare un ipertesto, deve essere presente almeno un elemento della prima serie e almeno un collegamento. è chiaro quindi che, data l'evidenza dei primi, il punto saliente sta nel collegamento.
Il collegamento o Link è una parola, una frase, un'immagine o comunque un singolo elemento della prima serie che consente, attraverso l'uso del mouse, di deviare la nostra lettura in un altro punto dell'ipertesto.
In pratica il Link consente di saltare avanti, indietro o fuori. Questo altro punto sarà di nuovo uno degli elementi citati, ma .... può essere interno (e l'avremo preparato noi), o esterno (e potrebbe benissimo essere preparato da altri che neppure conosciamo!)"
 
 
Il Web, da cui deriva il concetto stesso di ipertesto e che è tuttora la madre (o il padre ?) di ogni ipertesto, non è tutta la Rete, ma ne rappresenta la parte più popolare, più appariscente e di fatto più produttiva.
Dopo aver assimilato queste nozioni preliminari, vediamo, per capirci attraverso un esempio concreto, di riassumere l'attività di uno studente, che decida di usare il Web per strutturare la sua tesi di laurea su un tema interno all'opera di John Steinbeck. Questo ci servirà anche ad abbozzare un ulteriore definizione di ipertesto.
Premesso che preparando la tesi oggi, in questi giorni (prima metà del 1997) il nostro studente è comunque diverso da uno studente che lavorava con Internet nel 1996 o che ci lavorerà nel 1998, dichiariamo subito gli oggetti che Marco ha comunque bisogno di possedere e/o di conoscere oggi, nel 1996, nel 1998, ma anche nel 1950 e nel 2050:
  • tutti i titoli di Steinbeck, vale a dire la bibliografia completa dell'autore ;
  • tutta la letteratura critica su Steinbeck, compresi i pezzi sui giornali ;
  • il materiale tematico relativo al soggetto o all'idea-guida della tesi.
Cosa dovrebbe fare Marco senza Internet? Comprare i libri oppure fotocopiare i giornali oppure telefonare ai segretari di biblioteca, per ricostruire le bibliografie. Questo lavora passa necessariamente per l'America e per le emeroteche e le Università americane. La strada normale è di rintracciare una persona all'interno di una biblioteca, o un altro studente, o un docente, che possa inviare per posta o per fax a Marco le fotocopie di quanto gli serve.
Si può ragionevolmente stimare in due mesi il tempo minimo, e in quattro mesi il tempo massimo, per ottenere il materiale necessario, escludendo un viaggio in America, ma comprendendo qualche migliaio di scatti per le telefonate necessarie e altre varie perdite di tempo se c'è di mezzo la posta. Marco avrà in mano per fax o per posta diversi pacchi di fotocopie, e l'esame di questo materiale scritto prenderà moltissimo tempo. (E non dimentichiamoci che risulta spesso necessario trascrivere a mano alcune cose, spesso non proprio brevi). Il tema della tesi (potrebbe essere il viaggio, oppure le donne, oppure i lavoratori visti da Steinbeck) deve essere ricercato con pazienza ; naturalmente Marco fa ancora a tempo a cambiare tema (se il relatore glielo consente), sulla base del materiale che ha a disposizione.
Seguiamo adesso ancora Marco, ma attraverso un PC e attraverso Internet.
(Tutto quello che segue è stato effettuato ed è verificabile in rete ; chi ha già esperienza di questo settore, può saltare a piè pari).
1° passo
Motori di ricerca in Italia e USA
I motori di ricerca sono potentissimi software a disposizione di qualunque utente li voglia utilizzare ; sono in grado di sfogliare i titoli o addirittura i contenuti di tutte le pagine di tutti i web registrati presso il motore stesso , e pressappoco si tratta di tutti i web nel mondo.
Per accedere a un motore di ricerca basta conoscerne l'indirizzo e, se possibile, le caratteristiche ; YAHOO! è il motore più noto, anche se somiglia a un rotocalco più che a uno strumento di lavoro, essendo infarcito di altri materiali, come notizie in diretta e pubblicità ; YAHOO! fornisce risultati solo nell' ambito di siti espressamente dedicati a Steinbeck, o addirittura a categorie interne a YAHOO! stessa che hanno come nome Steinbeck.
Passando a LYCOS o a ALTAVISTA, motori di ricerca più analitici, ma ovviamente più dispersivi, è meglio chiedere "John Steinbeck" piuttosto che Steinbeck, in modo da concentrare la ricerca su citazioni complete, evitando anche gli omonimi parziali.
In Italia esiste Virgilio, e i corrispondenti di Lycos e di altri motori americani. Ma è meglio partire dall'America.
I motori propongono una casella dove inserire la chiave di ricerca, nel caso di Marco : Steinbeck , o "John Steinbeck" , e dopo aver premuto il segnale di SEARCH o di START o simili, per uno o due minuti il motore gira, fino a quando non ci segnala i risultati. E qui si entra subito in un ambito ipertestuale da un lato e utilitaristico dall'altro.
Risultati della ricerca in Altavista, 6490 siti in cui risulta Steinbeck, ecco i primi 10 :
Alta Vista Web Pages (1-10 of 6490)
Steinbeck Center Foundation - Our mission is the exploration of Human Values through Universal ideas found in the works of John Steinbeck. Welcome to the Steinbeck Center Foundation....
--http://www.steinbeck.org/
SJSU – Steinbeck Research Center - Books By John Steinbeck. with year published. Cup of Gold - 1929 The Pastures of Heaven - 1932 The Red Pony - 1933 To A God Unknown - 1933 Tortilla Flat -.
--http://www.sjsu.edu/depts/steinbec/srcbooks.html
Author John Steinbeck - nbsp; John Steinbeck (1902-1968) Introductory text to be added here. A brief chronology of Steinbeck's life. Chronological list of Steinbeck's books....
--http://www.monterey.edu/other-sites/history/steinbeck.html
My favourite Steinbeck's works - My favourite Steinbeck's works: "The Errant Knigt" "The Winter of our Discontent" "East of Eden" "Sweet Thursday" "Wayward Bus" "Cannary Row"
--http://193.156.27.70/ktc/nata_s13.htm
Steinbeck Resources Ltd. - If you are viewing these pages using Mosaic or older versions of Netscape, please use the more simplified version of our pages. Steinbeck Resources Home...
--http://www.stirling.co.uk/hrm/steinb~1.htm
Southampton College: The John Steinbeck Project - The John Steinbeck Project. Twentieth Annual MEET THE WRITERS. Benefit Book Fair and Exhibit Preview was held at the Elaine Benson Gallery Montauk...
--http://www.southampton.liunet.edu/library/steinbck/jsteinbk.htm
John Steinbeck - John Steinbeck. The Contemporary Reviews. McElrath, Jr., Joseph R., Crisler, Jesse S. and Shillinglaw, Susan Grace (eds.) This volume is the first to...
--http://www.cup.org/Titles/410/052141038X.html
John Steinbeck's Pearl and The Red Pony - Steinbeck's The Pearl is based on a true story he heard while sailing through the Sea of Cortez with his biologist friend, Ed Ricketts. Set in the city of.
--http://www.byronpreiss.com/21st/pearl/pearl.htm
"Dying..." according to John Steinbeck - We should remember our dying and try to live that our death brings no pleasure to the world." by John Steinbeck. A child may...
--http://www.rjgeib.com/thoughts/glad/glad.html
John Steinbeck Resource Page - John Steinbeck. Research Information. Steinbeck Research Center. On-Line Research Center; dedicated to John Steinbeck. Steinbeck Country. Auto-Biography...
--http://www.luhsd.k12.ca.us/library/stein.html
Se volessimo consultare i siti uno per uno adesso, mentre siamo in linea, impiegheremmo diversi minuti, probabilmente anche qualche ora. con il rischio di perderci per due motivi : a) che abbiamo fretta, b) che vorremmo leggere tutto, ma per la fretta non possiamo e finiamo per fare confusione. Qual è allora la strada giusta ?
2° passo
Costruzione di file utili
Via via che il motore elenca i siti, Marco li salva senza leggerli. Al termine, stacca la linea, continua a usare Netscape insieme a un editor di testo e con calma crea un nuovo file nel quale ci siano soltanto i siti che gli sembrano interessanti. Questa operazione decima, o meglio raffina letteralmente i risultati della ricerca fatta dal motore. Si noti che l'elenco iniziale di siti non viene distrutto, basta dargli un nome e archiviarlo.
Se Marco non sa cos'è l'HTML, avrà qualche problema di tempo quando dovrà costruire i suoi file ; probabilmente sarà costretto spesso a copiare gli indirizzi, e non è questione di istanti perché, come ormai tutti hanno almeno presente, gli indirizzi http://www............. sono lunghissimi !
Marco invece ha voglia di capire e per due pomeriggi si fa spiegare o legge un manuale di HTML, dopo di che è in grado di costruirsi un file htm da solo (per lo scopo che stiamo descrivendo, le nozioni di HTML necessarie sono realmente minime).
 
3° passo
Sintesi
Utilizzando le pagine salvate dai vari siti con cui si è collegato, Marco scoprirà di avere in mano tutto il materiale necessario ! Se si controllano i soggetti dei primi 10 siti sopra elencati (ricordiamo : i primi dieci di oltre 6000) si noterà che già in un paio di essi sono sicuramente presenti una bibliografia completa di Steinbeck, una biografia e una serie di contributi recenti.
A questo punto se Marco ha nella directory Steinbeck del suo computer tutti i file salvati con vari nomi, può effettuare una ricerca, ad esempio con la funzione TROVA di WIN95, secondo il filo ad esempio della parola WORK. I risultati saranno sorprendenti. Buona parte del lavoro materiale della tesi è fatta nel giro di due tre giorni.
4° passo
Notizie fresche : E-Mail
Chi ha svolto il lavoro della tesi di laurea sa una cosa : si viene a sapere più dalla gente che dai libri. Questo vale anche in Rete, come non si stancano di sottolineare tutti i manuali e tutti gli utenti.
Esempio : quanti studenti in Italia hanno già fatto una tesi su Steinbeck ? Marco, normalmente, lo verrebbe a sapere prima o poi, e rintraccerebbe qualcuno di quei ragazzi, disposto sicuramente a dargli una mano. Ma con Internet la cosa è immediata e soprattutto internazionale : Marco scrive (sempre la stessa lettera per non affaticarsi troppo) a tutti gli indirizzi e-mail che trova sulle pagine web (di solito uno almeno per pagina), chiedendo notizie e presentandosi ; in capo a una settimana riceverà risposta dal 50% dei destinatari e tra tante risposte ce ne sarà di sicuro qualcuna che gli fornirà i nomi delle persone che cerca. Il rapporto via e-mail è straordinariamente veloce sia per motivi pratici, sia per lo spirito ancora pioneristico e entusiasta di chi la usa.
5° passo
Notizie fresche : NewsGroups
Un'altra strada, che sarebbe la più fruttuosa in teoria, ma che non sempre lo è nella pratica, sarebbe di rintracciare e iscriversi a un newsgroup che abbia come tema l'argomento più vicino a Steinbeck possibile, la letteratura americana probabilmente. Il problema è che i newsgroups di Internet sono infestati da cento messaggi stupidi per uno interessante.
Vale comunque la pena di provare.
In pratica Marco riciclerà (se non vuole aggiornarla) la lettera già scritta e inviata ad inidirizzi determinati, nella quale si presentava e chiedeva gentilmente le ultime novità negli studi su Steinbeck. Questa lettera viene ora depositata nelle bacheche dei newsgroups, che sono appunto dei settori di Internet dove la gente scrive messaggi che tutti possono leggere, su argomenti definiti dalla bacheca, ovvero dal NewsGroup stesso. (Che poi ogni tanto si trovi una cosa che non c'entra nulla, fa parte del gioco). Marco farà attenzione che le prime parole della sua lettera siano efficaci , ad esempio "John Steinbeck : I am writing an essay about him", perché i messaggi vengono elencati segnalandone la prima riga come se fosse un titolo.
6°passo
Notizie fresche: Mailing-Lists e corrispondenza
Non è finita. Marco dopo una settimana di Internet (diciamo 50 collegamenti, tre scatti per volta, 150 scatti, 25000 lire circa) ha materiale per lavorare a lungo. Questo lavoro lo deve fare lui, Internet non glielo fa !, ma è importante che Marco lo svolga al computer, in modo che tutto il materiale sia immediatamente e omogeneamente disponibile. Il problema delle trascrizioni non si pone più, sono sufficienti i facili sistemi di TAGLIA e INCOLLA.
Nel frattempo, Marco, ben consigliato, ha fatto in Internet un investimento sulla distanza e si è iscritto ad almeno tre mailing-lists con argomento "Letteratura Americana" o simili. Ha spedito alla lista una lettera molto simile alle due già citate e si è messo in attesa.
In una mailing list, che ha un soggetto definito come i NewsGroups, ci si iscrive attraverso un sistema abbastanza diretto e poi si riceve posta da tutti quelli che sono iscritti alla stessa lista. Quindi, è come un piccolo gruppo di iniziati che si scambiano opinioni su argomenti definiti. Solo gli iscritti possono ricevere i messaggi, mentre nei NewsGroups le bacheche sono aperte e non si trasmette posta.
Alle mailing list sono iscritti personaggi anche importanti, soprattutto in America. Si può essere sicuri che entro una settimana, se Marco avrà l'accortezza di scrivere ogni tanto qualche commento, qualcuno della lista gli risponderà con notizie fresche oppure segnalandogli il nominativo di qualche esperto di Steinbeck.
In pratica, questi settori di Internet sono dei passaparola di portata quasi planetaria e per ora sono frequentati da gente straordinariamente generosa e attiva.
Roma – 1997
 

 
Tecne
La scuola, la rete e la riforma
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Ritengo che esista una scuola non appena qualcuno insegna qualcosa a un altro, e questa è una premessa ovvia ma ineluttabile. Detto in altri termini, gli elementi che definiscono scuola sono soltanto due, gli insegnanti e gli allievi. Il resto, dalle aule alle segreteria, dal personale tecnico alla presidenza, è qualcosa che viene dopo. E tra le cose che vengono dopo esistono anche le strutture e le buone intenzioni, Le prime sono importantissime, le seconde meno. Dire che una scuola è buona in definitiva, non vuol dire che ha delle belle aule o che è pulita o che è disciplinata come una caserma, vuol dire soltanto che i suoi insegnanti sanno insegnare.
Dopo anni di chiacchiere e di intenzioni mai realizzate, culminate nella follia demagogica del 1994, a metà maggio del 1997 sono stati resi pubblici (anche in Internet e in tempo reale), i risultati di una commissione di saggi che il Ministro Berlinguer aveva insediato. Nel frattempo, il Ministero della Pubblica Istruzione ha proseguito una precisa politica di informazione e consultazione di tutte le parti interessate in vista di una globale riforma della scuola. Si ricordi poi che con la legge Bassanini sono state introdotte notevoli innovazioni a livello di autonomia scolastica. Qualcosa si sta muovendo, anche se l'esperienza consiglia comunque di non vendere mai la pelle dell'orso...
L'informatica ha un ruolo notevole in gran parte di questi movimenti. è evidente che ormai anche in Italia si comincia a capire che non ha senso attendere ancora gli sviluppi delle novità in atto, visto che queste novità ormai fanno parte della vita di tutti i giorni. Su questa base è quindi ovvio essere d'accordo con qualunque piano di potenziamento delle strutture informatiche nella scuola.
Mi sembra a questo punto doveroso chiedersi in che modo l'informatica può entrare nella scuola e dove. Perché deve essere chiaro a tutti che non si sta parlando di insegnare algoritmi e diagrammi di flusso e programmazione a oggetti a tutti gli studenti (tali argomenti sono già trattati nelle scuole dove la disciplina informatica è presente), ma piuttosto di insegnare a tutti gli studenti come sfruttare a loro vantaggio le capacità di un PC nell'ambito di qualunque disciplina. Questo è palese comunque anche nei piani del Ministero, che sta giustamente bene attento a non usare mai termini tecnici nelle sue circolari relative all'informatizzazione e non le destina soltanto ai docenti di matematica.
Non sembri forzato adesso il passaggio agli Ipertesti e a Internet. In realtà tale passaggio è automatico e diretto. Infatti gli insegnanti, sicuramente molti, che si occupano di informatica e di nuove frontiere della comunicazione, hanno capito da tempo che un ipertesto si presta come poche altre cose a diventare oggetto didattico.
A giudicare dai siti WEB costruiti da docenti e studenti delle scuole superiori, l'esperimento ipertestuale è già stato intrapreso da molti in Italia, con risultati nel complesso, e sorprendentemente, omogenei. L'uso dell'HTML è più o meno essenziale, senza fronzoli e senza troppi tecnicismi, e i temi di lavoro sono tipici del retaggio interdisciplinare : un secolo osservato da più punti di vista, ... una città analizzata nella sua storia, nei suoi personaggi, nella sua struttura, ... uno stile artistico rivoltato di sotto e di sopra, eccetera.
Infatti, le strutture ipertestuali sono -come si diceva- simili al concetto di interdisciplinarietà. Ma per capire bene il tono con cui un docente, come posso essere io, pronuncia la parola interdisciplinarietà, bisogna essere vissuti dentro la scuola italiana di questi ultimi dieci o anche vent'anni. È un po' come il mito degli edifici polifunzionali, che ha sconvolto il cervello di illustri architetti dagli anni Settanta in poi. Il mito consisteva nel mettere insieme tutto, tanto come genere che come contenuto. Allo stesso modo dell'edificio polifunzionale, anche la ricerca interdisciplinare è divenuta oggi una parola e un'idea vuota di senso, perché usata troppo. Mettere insieme tutto, fare una ricerca onnivora e onnicomprensiva, riassumere in modo elementare concetti complessi, appiccicare foto e testi su fogli extra-strong o virtuali, può essere forse didattica nella scuola elementare, o per una tesi universitaria, ma non può essere didattica nelle scuole medie superiori.
Quindi, la prima osservazione da indirizzare umilmente a quelle commissioni che lavorano ai nuovi programmi scolastici, è di stare attenti alle parole : "interdisciplinare" è una brutta parola per quasi tutti, meglio usare "ipertestuale" visto che quasi tutti non sanno cosa vuol dire !
La seconda osservazione è invece più costruttiva e dovrebbe rappresentare il succo di questo discorso : perché un ipertesto dovrebbe essere utile ? come facciamo a distinguerlo e a caratterizzarlo rispetto alla interdisciplinarietà ? come facciamo a evitare che il nostro ipertesto diventi la copia, bella o brutta non importa, della solita ricerca scolastica su San Francesco (Filosofia e Lettere), la basilica di Assisi (Storia dell'Arte), Giotto (Storia dell'Arte e Discipline Pittoriche) e la Divina Commedia (Lettere) ?
Supponendo in chi gestisce l'organizzazione del lavoro una conoscenza media (come la mia) del linguaggio HTML e delle possibilità strutturali degli ipertesti, va detto che l'obiettivo didattico di questa attività si definisce e si concentra in tre punti :
1 - tramite l'acquisizione degli elementi fondamentali dell'HTML lo studente dovrà giungere a una definizione logica degli elementi strutturali di un testo ;
2 - tramite la costruzione delle parti illustrative, come immagini e suoni e video, lo studente dovrà acquisire la moderna nozione di ipertesto, giungendo a definire e a inventare individualmente le nuove possibilità ;
3 - componendo le novità sintattiche e formali del nuovo strumento informatico, lo studente dovrà acquisire gi strumenti individuali per riconoscere nella realtà che lo circonda gli elementi intrinsecamente ipertestuali, ad esempio nella sfera pubblicitaria, televisiva, giornalistica, .... giungendo alla scoperta che gli ipertesti non sono altro che una strutturalmente nuova ma di fatto normalissima forma di comunicare.
E per quanto riguarda l'organizzazione, in base ai tre punti precedenti :
1- si deve pianificare un monte-ore per insegnare i rudimenti dell'HTML e per determinarne soprattutto le caratteristiche, con particolare riferimento ai collegamenti interni ed esterni con altri testi, figure, suoni, siti WEB, ecc. L'abbonamento della scuola ad Internet appare a questo punto obbligatorio.
2- Una volta appresa la grammatica, si dovrà entrare nell'ambito creativo, prendendo anche come esempio modelli esistenti di siti WEB commerciali e non, e cercando di evitare il rischio della troppa serietà. ... Anzi, un ipertesto dovrebbe sempre proporsi in modo accattivante, e non appare estranea alla sua filosofia una sorta di sceneggiatura generale che ne sostenga l'apparenza.
3 - Una volta definita la struttura, la si dovrà sottoporre ad altri (vengono subito in mente i ragazzi di altre classi), discuterla, correggerla, arricchirla, e quindi capire che si tratta di un lavoro aperto, in divenire, in continuo aggiornamento, MAI chiuso, per sua stessa natura.
La commisssione dei saggi che citavo all'inizio ha scritto nelle sue conclusioni che la lingua italiana, la filosofia, l'arte e la musica, la lingua inglese, la manualità, l'uso pratico delle tecnologie moderne, la storia, la conoscenza scientifica, e le idee e i fatti accaduti nel Novecento rappresentano gli argomenti da sviluppare maggiormente, e infine che l'apprendimento dovrà avvenire più per moduli che per materia, secondo un metodo interdisciplinare (....appunto !)
Anche se probabilmente non voluto, sembra proprio un invito a scrivere e a usare ipertesti nella aule scolastiche !
Roma - 1997
Su questo stesso argomento e sui suoi sviluppi, il BTA (Bollettino Telematico dell'Arte) ha pubblicato in italiano e in inglese il mio breve saggio La didattica Multimediale, ovvero Teaching and Multimedia
 

 


Tecne
Essere ipertestuali
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Il titolo di quest'articolo riprende, con la dovuta auto-ironia, l'essere digitali del noto libro di Negroponte, nel quale era sancita o comunque prevista come ineluttabile la vittoria dei bit sugli atomi. Come dire, la vittoria dell'informatica sulla fisica, del virtuale sul materiale, del testo elettronico su quello cartaceo.
Ho già detto nell'introduzione che non sono un informatico e qui aggiungo che non ho nessun'idea di come funziona il protocollo TCP/IP, e non credo proprio che avrò mai voglia di cercare di capirlo.
Tuttavia, so far funzionare alcuni programmi per PC e so scrivere un ipertesto, almeno a livello basilare; inoltre faccio di mestiere l'insegnante di Storia dell'Arte e cerco di introdurre, con molta fatica, l'informatica e la multimedialità a scuola...
Essere ipertestuali è un fatto nuovo, tanto quanto essere digitali. Ma a differenza della rivoluzione hardware digitale, che ha forti risvolti economici e un substrato di altissima tecnologia e ricerca, la rivoluzione software dell'ipertesto non può essere compresa in termini di quantità e di velocità, ma soltanto in termini di efficienza impossibili da calcolare nel breve termine.
Per fare un confronto, la tecnologia del Cd-Audio ha soppiantato quella del disco su vinile nell'arco di dieci anni e ha rappresentato una rivoluzione a tutti gli effetti... La cultura ipertestuale invece non soppianterà la cultura testuale, e non intende farlo; la cultura ipertstuale si aggiunge a quelle precedenti e tende a diventarne il riferimento: ma ciò avverrà ineluttabilmente? L'ipertesto è davvero meglio del testo?
Queste domande non hanno risposte certe, dal momento che non siamo in grado di misurare i valori della cultura.
La mia opinione è che essere ipertestuali corrisponde a essere post-moderni e che la cultura occidentale del 2000 sarà ancora e soprattutto post-moderna. Non a caso gli spunti più interessanti a livello internazionale sull'evoluzione di Internet e sull'informatica a scuola provengono dagli umanisti e non dai tecnici. E appare chiaro che quanto prima i singoli intellettuali affronteranno l'argomento, tanto prima saranno in grado di partecipare alle nuove dinamiche di sviluppo.
(L'Italia, con il suo primato di telefonini utilizzati e il suo primato negativo di utenti di Internet, per il momento dimostra che la chiacchiera prevale ancora sui contenuti...)
Esaurite le premesse, occorre definire con chiarezza, a scopo divulgativo ma non solo, i termini che si usano.
Che cos'è un ipertesto?
Un ipertesto è un testo in cui sono presenti elementi di collegamento con altri oggetti.
Un ipertesto può essere composto da varie parti:
--elementi di testo, elementi grafici come fotografie e illustrazioni, elementi animati come film e cartoni animati, elementi sonori come parlato e musica;
--collegamenti.
Per creare un ipertesto, bisogna costruire almeno un elemento della prima serie e almeno un collegamento. è chiaro quindi che, data l'evidenza dei primi, il punto saliente sta nel collegamento.
Un ipertesto che possieda collegamenti e una sola forma mediale, sarà un ipertesto monomediale; un ipertesto completo di collegamenti e varie forme mediali sarà un ipertesto multimediale, o anche un ipermedia. Il collegamento, o link, è una parola, una frase, un'immagine o comunque un singolo elemento della prima serie che consente, attraverso l'uso del mouse, di deviare la nostra lettura in un altro punto dell'ipertesto. A seconda dei metodi usati, la parola o l'immagine risulteranno evidenziate, o con un colore, o con una sottolineatura, o con una cornice e sopra di loro il normale puntatore del mouse assumerà una forma diversa, spesso quella di una mano, e il clic del mouse consentirà il salto ipertestuale.
La nuova pagina nella quale entriamo sarà di nuovo uno degli elementi citati, testo, immagine, suono, ma potrà essere interna (e l'avremo preparata noi), o esterna (e potrebbe benissimo essere preparata da altri che neppure conosciamo!)
Per descrivere la struttura di un ipertesto il modo più semplice consiste nel pensare a che cosa è l'indice di un qualunque libro e a che cosa sono le note al testo.
L'indice presenta sinteticamente il contenuto e ci dice a quale pagina dobbiamo andare per leggere un determinato argomento; le note al testo ci dicono spesso dove potremmo approfondire qualche argomento, oppure ci spiegano qualcosa che nel testo non appare chiarissimo.
Ebbene, un ipertesto ha solitamente un indice come prima pagina, dal quale si può saltare direttamente nei punti indicati; una volta effettuato il salto si potrà tornare all'indice o spostarsi altrove. Quindi, a parte la velocità quasi istantanea di questi salti, il concetto è identico.
Lo stesso vale per le note, ma una prima novità consiste nel fatto che in un ipertesto non solo è possibile citare un altro testo o ipertesto, ma è anche possibile saltarci dentro (se il testo è nel PC) oppure collegarsi con esso se fa parte del WEB. (Si tenga conto che nel WEB sono inseriti moltissimi testi moderni e una buona parte di quelli antichi, e tutte le enciclopedie e i dizionari che si possono immaginare).
Definiti i termini, occorre ora soffermarci sui contenuti.
Pensiamo a un romanzo trasformato in ipertesto sulla base del solo indice: scriviamo l'indice in modo che il titolo di ogni capitolo rappresenti il collegamento a quel capitolo. Abbiamo in pratica sveltito la consultazione del romanzo, ma non ne abbiamo certo cambiato il dato narrativo: se voglio leggere il romanzo procederò secondo il consueto ordine lineare. Sarà dopo averlo letto tutto che apprezzerò le possibilità elettroniche di saltare qui e là in un istante... per rileggere qualcosa che mi ha colpito o per analizzare certi aspetti che coll'evolversi della trama si sono chiariti meglio...
Si nota subito, credo, che la natura dell'ipertesto appare più adatta a materiale documentario e saggistico piuttosto che a materiale poetico o narrativo; questo perché la frammentazione implicita nell'ipertesto è congeniale alla saggistica, che non è sempre lineare.
Tuttavia, è evidente che può, o meglio potrà, nascere una letteratura ipertestuale, basata su strutture non lineari che sfruttino al meglio le possibilità dell'ipertesto.
Il concetto di reticolo sta emergendo da solo. L'ipertesto infatti non è lineare, ma reticolare.
Personalmente non so se davvero, come molti sostengono, il reticolo sia una forma simbolica più adatta a definire il funzionamento della mente umana rispetto a una linea... e non so se funzioni meglio. Sono quasi convinto però che non possa funzionare peggio e quindi mi sembra davvero interessante sperimentarlo!
Roma - 1999
 

 


Tecne
Tipi e forme delle pagine WEB
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Prima di addentrarci in quel nuovo mondo rappresentato sinteticamente dalle parole WWW, WEB, Internet, Rete, Cyberspazio, proviamo per pochi attimi a riflettere e a ricordarci di come appare, in questo vecchio mondo, l'ambito specifico delle pubblicazioni periodiche a stampa.
L'aspetto esteriore è estremamente vario e mutevole, dai quasi-libri rilegati ai quotidiani di grande formato, dai periodici specializzati ai rotocalchi popolari. Entrare in un'edicola ben fornita, come quelle delle stazioni ad esempio, vuol dire sottoporsi a un bombardamento visivo di copertine coloratissime e lucide, che sembrano anche molto simili.
Dopo un primo istante, tuttavia, probabilmente indirizzati dal sistema d'ordine predisposto dall'edicolante, ci troviamo a essere artefici di una veloce selezione visiva.
Le copertine dei settimanali femminili e quelle dei rotocalchi a base di gossip, ad esempio, sono effettivamente simili per dimensioni, ma non per stile; la rivista femminile appare di misurata sobrietà, c'è un'unica modella in copertina, e oltre al nome della rivista ci solo uno o due titoli di richiamo; il rotocalco è invece caratterizzato da una voluta confusione e sovrapposizione di immagini e titoli, punti esclamativi e punti interrogativi.
Non è un caso; se infatti si osserva con attenzione l'insieme delle pubblicazioni, si scopriranno tipi definiti con precisione per ogni genere, dalle riviste d'arte a quelle pornografiche, dalle specializzazioni sportive a quelle tecnologiche, dai fumetti alle parole incrociate, dalla rivista per culturisti a quelle degli antiquari.
Prima considerazione: le riviste presenti in questa singola grande edicola sono numerosissime, moltiplichiamole per un numero di pagine medio equivalente forse a quaranta, poi immaginiamo realisticamente che ci sia una grande edicola come questa ogni diecimila abitanti e moltiplichiamo il precedente totale per la popolazione del paese divisa per diecimila .... E proviamo a immaginare di fare i conti rispetto al mondo!
In ogni caso, per difetto o per eccesso, la cifra risultante è spaventosa: centinaia di migliaia di pagine di carta che ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, vengono costruite, stampate, e poi distrutte, in ogni parte del mondo.
Da questo punto di vista la rete, il WEB, Internet in una parola, sono ecologici, ambientalisti, verdi.... Tutta l'informazione di Internet, in completa antitesi con quella della nostra edicola, è virtuale, cioè appare solo nello schermo in quanto segnale telefonico trasformato in pixel da un modem e da un Personal Computer. Esiste, ed è comodissima, la possibilità di stampare su carta quanto appare sullo schermo, ma in pratica è una possibilità di limitatissima attuazione, l'uno per mille probabilmente. In altri termini, le migliaia di pagine-WEB di sport, pornografia, cinema, caccia, arte, ricamo, informatica, scienze, medicina, fumetti, ....... pubblicate in Internet non determinano l'abbattimento di alcuna foresta amazzonica.
La seconda considerazione è invece meno pratica e molto più teorica: pur non essendo materiali, o meglio cartacee, anche le pagine WEB hanno creato dei tipi e questi tipi somigliano a quelli dell'edicola; ma essendo genericamente più recenti e meno specializzati, sono per ora di numero inferiore e non immediatamente riconoscibile.
Vale a dire che se in edicola è facile intuire dove si trova la nostra rivista preferita sugli animali domestici, grazie all'abitudine o a una sorta di filo visivo che prevede una tipologia già nota, in Rete ciò non accade negli stessi termini visivi e non è comunque facile da definire, per ora.
Con notevole approssimazione, mi sembra di poter individuare comunque delle tipologie relative prima alla forma e alla struttura del sito, e poi ai contenuti. Come dire che il sito della Federazione Cacciatori e il sito della Fiat potrebbero appartenere a una stessa tipologia, mentre quello del calciatore Nesta e quello della Lazio potrebbero essere diversissimi.
Vediamo allora, come esercizio e verifica, di filtrare il WEB sulla base di coppie di elementi separatori: pubblico o privato, piccolo o grande, professionale o dilettantesco, luccicante o sobrio... Ecco alcuni esempi determinati dalle varie combinazioni e comprovati dalla mia esperienza.
Privato, grande, professionale, luccicante
Il Portale

Il grande sito aziendale
Stessa tipologia per due situazioni distinte.
Il portale, nelle intenzioni di chi lo costruisce, sarebbe un sito da cui partire sistematicamente per la navigazione. Data questa premessa, un portale si configura come una raccolta il più possibile immediata e comprensibile di notizie, collegamenti, pubblicità, servizi. La struttura dei portali è nata con Yahoo! e il sito americano ne rimane il prototipo. La miglior qualità visiva dei portali si ottiene con schermi da 19 pollici in su e questo ne limita la fruibilità ai professionisti o a chi possiede una vista perfetta.
La fabbrica di automobili F. ha costruito un grande sito per presentare i suoi prodotti. La copertina è dominata dal logo della società e da una serie di effetti visivi, animazioni e fotografie scintillanti. Può esserci anche un motore di ricerca interno al sito, che tuttavia funziona malissimo perché le parole su cui lavora sono troppo poche. I collegamenti sono dedicati ai modelli di auto prodotti e ai luoghi di produzione. La pagina dedicata allo stabilimento X è comunque quasi sempre deludente, si vede qualche foto e si ripetono i modelli prodotti. I modelli sono presentati con spreco di fotografie, ma con pochi disegni tecnici, che sarebbero molto più interessanti.
Pubblico, piccolo, professionale, sobrio
Il piccolo sito locale

Il comune di O. ha un piccolo sito, di interesse pubblico, costruito da una società specializzata, destinato a favorire e sostenere il turismo del comune. Siti come questo ce ne sono migliaia nel mondo: nella prima pagina (o nelle prime righe della prima pagina) c’è una foto, lo stemma o una qualche immagine del comune; poi vari elenchi relativi ai servizi e alle infrastrutture del paese; le pagine collegate sono abbastanza brevi e nel complesso noiose, anche se la qualità delle immagini puo’ essere ottima. Il sito del Comune di O. nel complesso è sobrio, contiene pubblicità esplicita in modo limitato, molto maggiore semmai è la presenza di sponsor.
Privato, piccolo, dilettantesco, sobrio
Il piccolo sito privato
Il signor Ben si è costruito un sito personale, dove si presenta, fa vedere le proprie attivita’ preferite, elenca siti che gli piacciono e, se ha talento di scrittore o di artefice, offre in pasto al pubblico del WEB la sua produzione artistica. La struttura di questi siti non è banale, ma si presenta in genere con un aspetto semplice, poche cose ma vistose, perche’ le cose da presentare sono appunto poche. E’ un po’ il vecchio problema di riuscire a scrivere un curriculum vitae che non si esaurisca in sole cinque righe. I più disinvolti tra i privati tuttavia forniscono a volte una mole notevolissima di informazioni sui loro argomenti preferiti, ad esempio è tipico trovare in siti di questo genere i testi o le musiche dei gruppi o dei cantanti più famosi grazie all'iniziativa disinteressata dei loro sostenitori.
Privato, grande, professionale, sobrio
Il grande sito tecnico
Equivalente a una rivista tecnica, questo tipo propone elenchi su elenchi di programmi, software di ogni genere per ogni esigenza, gratuito o a pagamento. Qualche immagine per decorare gli elenchi non modifica il contenuto, che è strettamente funzionale. La pubblicità viene controllata, ma in qualche caso incomincia a essere noiosa.
Pubblico, grande, professionale, sobrio
Il sito pubblico di ricerca
Università, ministeri, centri di ricerca, sono stati tra gli iniziatori di Internet e un tempo vivevano dentro strani archivi FTP rintracciabili con sistemi informatici che oggi fanno sorridere. Si sono aggiornati utilizzando strumenti grafici accattivanti, ma continuano fondamentalmente a proporre materiale aggiornato relativo alla ricerca o alle attività specifiche.
Roma – 1999
 

 


Tecne
La Nuova Fenomenologia dello Smanettatore
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Questo articolo aggiorna la precedente "Fenomenologia", scritta nel 1997, che mi ha procurato una piccolissima notorietà in Internet.
Era tempo di aggiornarla, senza comunque modificarne il succo, visto che gli smanettatori, o smanettoni come qualcuno preferisce, ci sono ancora e sono diventati un esercito da quando la moda di Internet è entrata di prepotenza anche in Italia. E lo Smanettatore che naviga in rete richiederebbe una penna più abile e feroce della mia ....
Smanettatori lo siamo un po' tutti, in tanti campi diversi, e quindi quello che segue rappresenta un affettuoso e non malizioso ritratto-autoritratto di chi legge e di chi scrive...
Chi è uno smanettatore? Ne esistono in tutti i campi, in primo luogo i ragazzini in motocicletta che si impennano, i tennisti che sparano a trecento all'ora sulle gradinate, i pittori che imbrattano le tele spruzzando colore dai tubetti, gli imprenditori che rischiano oltre i limiti del rischio.
Nel mondo dei PC lo Smanettatore è mitico. Metà degli utilizzatori di PC smanettano, chi in un verso chi nell'altro, senza troppi danni, ma di pericolosissimi smanettatori al cento per cento ne esitono davvero tanti, forse più che nelle altre categorie. Vediamo allora di imparare a riconoscerli.
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Lo Smanettatore non è molto veloce sulla tastiera, perché non ha mai imparato a scrivere a macchina, ma se ne fa un vanto, perché questo lo distingue appunto dai semplici dattilografi.
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Lo Smanettatore ha un enorme rimpianto del DOS, che non conosce affatto. Ai tempi del DOS, salutava ogni nuova versione come straordinaria e avviava Windows. Provate a chiedegli oggi se sa quale versione del DOS sta funzionando insieme a Windows 98.
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Lo Smanettatore usa di preferenza il mouse. Considera strani trucchi quasi tutte le combinazioni di tasti. Tuttavia non si è mai accorto che il mouse esegue anche azioni imprevedibili, come selezionare insieme più oggetti o selezionare un intero testo in tre colpi (MSWord 97).
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Lo Smanettatore crede che WIN98 sia uguale nella sostanza a WIN95, proprio come credeva che WIN95 fosse una semplice variazione di Windows 3.1, la prova sta nel fatto che il Solitario è sempre lo stesso.
[Test : chiedetegli se sa come modificare l'avvio del sistema operativo].
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Lo Smanettatore si era specializzato nel pasticciare con il config.sys, l'autoexec.bat e se possibile con BIOS e SETUP iniziale. Oggi ne sente la mancanza... nei primi tempi di WIN95 ha toccato l'autoexec.bat e ha impallato tutto. La colpa naturalmente era di un virus. Da quando ha WIN98 comunque non tocca più nulla e sostiene che quei file sono inutili.
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Lo Smanettatore ha un terrore sacro di aprire fisicamente un PC, ma racconta di averlo fatto molte volte.
[Test : controllate se afferma che, "beh, non è poi così facile, mettere una nuova scheda plug-in"].
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Lo Smanettatore non sa usare neppure i più comuni programmi, vale a dire che li usa a modo suo. Spesso non sa che CTRL e ALT possono essre utilizzati anche per funzioni diverse da CTRL + F4 e simili. Il tasto destro del mouse è una baracconata di Bill Gates. Le "opzioni" rappresentano per lui una specie di cervellotico geroglifico, che continuamente cerca di modificare vantaggiosamente e che continuamente gli si rivolta contro... Se gli mostrate qualche possibiltà, dirà che sono cosette, come dire che lui le conosce bene e che in realtà non modificano nulla.
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Lo Smanettatore ha imparato venti parole d'inglese, si ricorda qualcosa dalla scuola media e afferma di parlare due lingue perfettamente (sarebbero l'italiano e l'inglese). Dovendo installare un programma in originale, schiaccia sempre YES e si ritrova in situazioni assurde ... a questo punto afferma che quel programma non è compatibile con WIN98 oppure che è affetto da virus oppure che ci deve essere stato un errore di input.
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Lo Smanettatore racconta di aver capito difficilissime istruzioni in puro slang americano per intuito. Se gli si fa notare che le istruzioni non possono essre scritte in slang, fa una smorfia come per dire che gli americani sono capaci di tutto e che lui li conosce bene.
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Lo Smanettatore non ha mai letto un manuale, un testo di informatica, un articolo di rivista e neppure l'help-on-line, e per questo afferma giustamente che usare il PC non richiede grande fatica. Lui ad esempio, dando per scontato che è un mago dei PC, è riuscito a imparare EXCEL in una serata.
[Test : cercate di appurare se lo Smanettatore non sia per caso convinto che i fogli elettronici sono delle tabelline vuote in cui infilare vocaboli e numeri].
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Lo Smanettatore è abbonato a Internet, ma non è mai andato oltre il WEB a livello passivo. Usa la posta per scrivere a se stesso ed è tutto contento se TINClub gli fa sapere ogni giorno il santo preposto. Gli potrebbe anche interessare tutto il resto, ma non ne ha il tempo e fa capire che in fondo è roba di poco interesse.
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Lo Smanettatore è abbonato a Internet, ma in realtà gli ha fatto tutto il solito amico espertissimo che ha usato un Cd-Rom distribuito gratuitamente. Tutt'e due sono convinti che Internet Explorer sia l'unico programma necessario e, anzi, sotto sotto si sono convinti che Bill Gates abbia comprato anche la Rete.
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Lo Smanettatore è abbonato a Internet, ma diffida di qualunque operazione che possa violare la sua privacy. Quindi, lui che di solito fornisce i propri dati al telefono anche alla prima tampinatrice di un'azienda farmaceutica, non scrive il proprio indirizzo di e-mail in nessuna form, e figuriamoci il numero della carta di credito per un acquisto on-line. Manifesta tuttavia delle grosse riserve sul provincialismo degli italiani, che secondo lui rappresenta la causa della nostra arretratezza in questo settore.
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Lo Smanettatore non ricordava mai le sigle dei file neppure quando ce n'erano in giro una ventina, e oggi, non volendolo ammettere, riesce a storpiarle tutte penosamente. Il formato PDF diventa di solito PFF, quello HTML si trasforma in una specie di HMM e il WRL viene definito "quello col vudoppio". Ovviamente, lo Smanettatore odia le sigle o le abbreviazioni all'americana, che quindi sono un banco di prova efficacissimo per smascherarlo: se sentite qualcuno dire ICICU' potete star sicuri di averlo trovato!
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Lo Smanettatore possiede sempre il penultimo PC più potente. In pratica, ogni due mesi effettuerebbe degli upgrade o sulla CPU o sul lettore di CD-ROM o sulle schede di RAM o su qualche altra cosa. Tuttavia, stranamente, alcuni programmi recentissimi non gli girano bene... sempre colpa di un virus. La verità è che non ha ancora capito a cosa servono la scheda video e le prese USB e cerca disperatamente di non farlo notare.
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Lo Smanettatore non fa mai vedere a nessuno il suo PC, che è in realtà un dignitoso Pentium 200 con 16 MB di Ram sul quale WIN 98 gira, anche se a fatica, trasformato nelle parole in un Pentium III 450 con 128 MB di Ram e lettore a 40x velocità. (dati relativi all'autunno 1999)
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