ORBIS TERTIUS il
blog di ANDREA
BONAVOGLIA
Metafora profetica di un moderno sito web, il mondo segreto di Uqbar divora progressivamente la realtà nel memorabile racconto di Jorge Luis Borges: Tlön, Uqbar, Orbis Tertius. Come in ogni storia, saggio, poesia di Borges, le possibilità e il caso sovrastano le necessità e l'ordine. Nessun altro, con l'eccezione forse di Musil e di Kafka, ha saputo nella storia delle lettere creare mondi così simili alla vita. Ho scelto di chiamare ORBIS TERTIUS il nuovo presuntuoso blog con il quale cercherò di scrivere tutto quello che mi accade di pensare. Non uso wordpress, ma costruisco "a mano" questa pagina, che quindi si propone più grezza, ma forse meno banale, di tante altre (priva di cookies e di istigazioni a delinquere). Chi mi vuole scrivere può chiedermi di essere citato nel blog; per il resto non sono previsti commenti automatici. Il mio indirizzo è andrea@andreabonavoglia.it Mentre chi vuole sapere chi sono può fare un passo indietro nell'indirizzo del blog https://www.andreabonavoglia.it Elenco e date degli interventi sul blog 7 luglio 2020 Chisusura del blog
7 giugno '20 I numeri e le persone 1 giugno '20 La scomparsa di Christo 25 maggio '20 La scuola 24 maggio '20 ASL Viterbo 23 maggio '20 Il terrore - che avete attraversato 30 aprile '20 Ipocrite ipocrisie 29 aprile '20 La fiducia perduta nel Post 21 aprile '20 Citazioni di persone sagge 10 aprile '20 Ai tempi del .... 26 marzo '20 Baricco 24 marzo '20 Qualcosa da leggere 23 marzo '20 I musei virtuali 26 febbraio '20 Goya - da Asterios 22 febbraio '20 Le poste 3 febbraio '20 Ci sono anche libri noiosi 2 febbraio '20 Sciacalli e contaballe 27 gennaio '20 Elezioni vinte - finalmente 26 gennaio '20 Wuhan - una foto 18 gennaio '20 Un grande libro: La misura del mondo 9 gennaio '20 I misteri d'Italia - le notizie inutili 7 gennaio '20 Ultimo articolo - su Baricco e Byung-Chul Han 28 dicembre '19 Per fortuna ci sono le sardine 27 dicembre '19 Eleggere qualcuno - i sistemi elettorali 19 dicembre '19 Prepotenti al potere - ... ovvio, Salvini 17 dicembre '19 Passano gli anni 7 dicembre '19 Il Matteo sbagliato 5 dicembre '19 I cinque stelle - alle origini 4 dicembre '19 trump trump 23 novembre '19 Qualcosa si muove - finalmente 14 novembre '19 Certe cose sono diverse - a Roma e a Berlino 9 novembre '19 30 anni fa, il Muro 31 ottobre '19 Bugiardi al potere - da Trump a Salvini 25 ottobre '19 Due articoli H&dM e BIG 20 ottobre '19 I bei tempi 10 ottobre '19 Battisti o Guccini? 6 ottobre '19 Grandi architetti, grandi siti 30 settembre '19 La risoluzione UE - che va letta con attenzione 26 settembre '19 La RAI sovranista e fascista 24 settembre '19 La Lega e i santi protettori - una farsa 19 settembre '19 Nino De Luca al MACRO dall'1 al 6 ottobre 14 settembre '19 Altri film nella lista e sono trenta! 12 settembre '19 Ultime letture, il commissario Ricciardi 6 settembre '19 100 anni Bauhaus a Berlino 4 settembre '19 Un'altra aria 31 agosto '19 Ultimo giorno di lavoro! 30 agosto '19 Il governo che verrà 22 agosto '19 Due citazioni a proposito di Salvini 18 agosto '19 La mia lista dei film più belli 17 agosto '19 Ultime su FePdA 16 agosto '19 Rileggere e rivedere libri e film 12 agosto '19 Qualche lieve differenza tra Italia e Germania 8 agosto '19 Essere atei 6 agosto '19 Buzzurri, burini, cafoni il nostro governo 2 agosto '19 Portoni brandeburghesi 30 luglio '19 Un manuale utile per non cadere nelle trappole di internet 29 luglio '19 La televisione italiana 28 luglio '19 Articoli su Fogli e Parole d'Arte 24 luglio '19 Due libri che mi ero dimenticato 23 luglio '19 Gerhard Richter il più grande 20 luglio '19 La Luna, mezzo secolo fa 18 luglio '19 Dall'amaca di Michele Serra 17 luglio '19 Morte di uno scrittore Camilleri e Marquez 15 luglio '19 Ultimi articoli pubblicati su AP 13 luglio 19 Cosa leggere in rete 12 luglio '19 Perché il blog. Ultimi libri letti di recente 11 luglio '19 Populisti e reazionari. Brexit 7 luglio '19 Quale sovranità 7-07-'20 CHIUSURA DEL BLOG Un anno fa aprivo spensieratamente questo blog, oggi lo chiudo senza rimpianti. Troppo diffcile per me stargli dietro, troppo pochi i visitatori che - me ne sono accorto - ho spesso desiderato non ci fossero affatto, Cioè che da due o tre diventassero zero. Se questo allora è un diario, tanto vale tenerselo del tutto per sè. 7-06-'20 I NUMERI E LE PERSONE Una cosa che oltraggia la ragione è quella frase ormai banale che commenta i numeri dei morti, o dei malati, o di chiunque abbia problemi, "ricordatevi che sono persone, non numeri". La gente dice fesserie volentieri, ma questa è enorme: tutti siamo numeri e se non fossimo numeri non potremmo neppure vivere in uno stato sociale, che risulta proprio dalle conseguenze dei numeri. Nessuno dicendo che sono morti solo dieci esseri umani li tratta da numeri privi di valore: se viene detto "solo" è perchè i sopravvissuti saranno enormemente di più di dieci, e se venisse detto "purtroppo" vuol dire probabilmente che i vivi non sono molti. Ed è proprio il rapporto tra i numeri a dterminare i sentimenti. La vera bestemmia sui numeri è un'altra, ed è quella di chi grida al miracolo se si trova un sopravvissuto tra mille morti. E con questo non si accorgono di affermare che in mille sono morti perchè dovevano morire e che il miracolo sta in quell'unico superstite. Un vero oltraggio alla ragione: andiamo ai chiedere ai mille morti se gli sembra giusto. torna in alto1-06-'20 LA SCOMPARSA DI CHRISTO Ieri è morto Christo, di cui pochi giorni fa avevo scritto (insieme a Anthony Caro) su Fogli e Parole d'Arte. Un grande artista, un grande personaggio. torna in alto25-05-'20 LA SCUOLA La scuola italiana ha programmi dell'inizio del Novecento e struttura rigida di natura medioevale. Nel 1987, come dire 33 anni fa, il mio istituto riceveva soldi per l'acquisto di alcuni PC 286 IBM, da usare in nuovi laboratori. Nel 1995 un progetto di informatizzazione dava soldi per fare corsi ai docenti e acquistare altri migliori PC. Nel 2008 (mi sembra) nasceva il progetto scuola 2.0 con soldi per comprare migliori PC e lanciare strutture innovative di didattica. Sono stato ogni volta il responsabile di quei progetti. Abbiamo comprato PC, stampanti, scanner, e dato lezioni di informatica in molti corsi elementari (ne feci uno anche ai bidelli). Tutti i docenti erano contenti ma tutti dopo qualche mese mi dicevano: "Ho dimenticato tutto", perchè in realtà non sapevano dove applicare quello che avevano imparato. Oltre ai soldi, il MIUR non forniva nulla, neppure un'indicazione di cosa farsene. Il resto erano colossali chiacchiere. Quando un ministro disse che il registro doveva essere elettronico, cadde il mondo, nessuno voleva usarlo perchè non sapeva usarlo. Ci sono voluti sei o sette anni perchè la gran parte delle scuole utilizzasse uno strumento elementare come quello. Nel frattempo i nativi digitali cosiddetti imparavano a usare Facebook, Instagram e Whatsapp, tutto sul telefonino. Con una ignoranza del PC, e dell'informatica in sè, assolutamente uguale a quella di 33 anni fa, e assolutamente uguale tra giovani, meno giovani, studenti e docenti. Oggi si stupiscono che la scuola è in difficoltà nella didattica a distanza. E che pochissimi ragazzi possiedono un normale portatile (costerebbe da 300 a 600 euro) , mentre tutti hanno potentissimi e inutili cellulari che costano da 200 a 1000 euro. torna in alto24-05-'20 ASL VITERBO La quarantena prevede che si comunichi alla ASL locale il proprio auto-isolamento dovuto al rientro dall'estero. Telefono per sapere come, mi danno un indirizzo di email cui scrivo subito. Il giorno dopo telefonano per completare i dati e per sapere se stiamo bene. E telefonano ancora dopo qualche giorno, di nuovo per sapere se stiamo bene. Da non credersi. torna in alto23-05-'20 IL TERRORE Il rientro in Italia va liscio, ma due cose ci sorprendono: la prima è che Lufthansa riempie tutti i posti di volo e se abbiamo capito bene è una sua conquista rispetto alla volontà del governo. Seconda cosa, a Fiumicino non ci sono controlli burocraticamente complessi, i poliziotti sono cortesi, la nostra dichiarazione accettata senza alcuna discussione. Quello che invece si conferma è il terrore che è stato inculcato nella popolazione. Megafoni per le strade, grida all'untore o quasi, tutti da soli con la mascherina, uscite solo per acquistare il cibo. In Germania abbiamo visto molta polizia, ma neppure un urlo o un'intimazione, neppure a qualche gruppetto di tre o quattro. Potevamo uscire a piedi o in bici, senza chiedere nulla a nessuno. Il governo tedesco si fida dei ciitadini, i cittadini si fidano del governo. Cose da non credere in Italia, dove chi ha scelto di terrorizzare la popolazione lo ha fatto pensando che la gente altrimenti se ne sarebbe infischiata. Davvero non so dire se ha fatto bene, a caldo mi viene da dire che si è esagerato, ma questo lo dico in assoluto dall'inizio dell'epidemia, torna in alto30-04-'20 IPOCRITE IPOCRISIE Come responsabile di varie pubblicazioni on line, e come utente ultraventennale di Internet, ai miei vari indirizzi email arrivano ogni giorno tra i 50 e i 100 messaggi, che in gran parte segnalano eventi, pubblicizzano qualcosa, mi informano che posso fare questo e l'altro, chiedono soldi, offrono soldi, ecc. ecc. Da qualche tempo, moltissimi messaggi contengono affermazioni del tipo: "ci teniamo alla tua salute", "siamo a disposizione per aiutarti", "possiamo manifestare la nostra generosità" e roba del genere. Non fa affatto bene al cuore, anzi, a me sembra il festival dell'ipocrisia. Banche, assicurazioni, cravattari, furfanti, partiti politici, sindacati, confraternite, improvvisamente disposti a farsi in quattro per darci una mano .... torna in alto29-04-'20 LA FIDUCIA PERDUTA NEL POST Ho scritto ripetutamente che IlPost di Luca Sofri è tra i pochi giornali seri in Italia. Ora devo ricredermi purtroppo. O forse no, perchè da qualche giorno il tono del giornale rispetto al Coronavirus è un po' cambiato, e non è la prima volta. Il fatto è che anche Sofri e Costa, direttore e vicedirettore, dopo un inizio cauto in cui le titolature erano controllate e lo spazio dato al virus decisamente poco rispetto allla media, si sono fatti prendere la mano e hanno cominciato a esprimere giudizi, commenti, interpretazioni, del tutto soggettivi. Costa ha segnalato che non usciremo mai dal virus, Sofri che i numeri sono tutti sbagliati, tutti e due hanno preso una palese posizione critica contro l'evoluzione politica in atto. Hanno anche ragione, ma per farlo usano lo strumento tipico dell'opposizione più qualunquista: voi governanti non sapete quello che fate. Ma a dire cosa bisognerebbe fare purtroppo non sono capaci nè Sofri nè Costa, e neppure gli americani che sono costantemente il loro riferimento. Come sempre, se ne deduce che fare opposizione distruttiva è facile, essere costruttivi molto di meno. torna in alto21-04-'20 DUE CITAZIONI DI PERSONE SAGGE Per chi non è abbonato a Repubblica.it o non legge il giornale su carta, copio alcune frasi di due personaggi importanti, il primo è Guccini, guru e modello di molte vite, compresa la mia, e il secondo è Angelo Bonelli dei Verdi italiani, un movimento che stenta a sopravvivere. (A proposito, i Verdi tedeschi sono potenti, hanno anche governatori locali, sarà un caso ancora?) Guccini intervistato da Luca Bortolotti sul coronavirus: Questa
è una fase, ma la gente torna a voler il mare, le serate, il
divertimento. A me la vita non è cambiata molto. Il paese era morto
prima, morto rimane: sto scrivendo un nuovo libro con Macchiavelli,
ascolto audiolibri, mi faccio portare da mangiare dal mio ristorante
abituale, non andarci è una delle cose che mi mancano. In fondo i modi
per passare il tempo sono tanti, ma dipende dalle abitudini che avevi
prima: se non hai mai letto e provi a farlo in quarantena, butti il
romanzo dopo due pagine. Anche in questo la gente non cambia.
Magari ora non stai vedendo
amici o parenti da un mese, allora erano
passati anni, chi si era allontanato era stato a combattere e non
chiuso in casa. Nel ’45 il 25 aprile rappresentò una gioia più intensa,
un sollievo enorme, e per questo la prima cosa che volevi fare era
ballare. Quando sento il termine “pieni poteri”, di cui parlò Salvini
un anno fa e che ha preso ora Orban in Ungheria, ricordo che in Italia
per liberarci di uno così ci abbiamo messo vent’anni.
Angelo Bonelli sulla giornata della Terra: Si celebra la giornata della
Terra, che non sta bene, mentre i governi
del mondo sono mobilitati per contrastare la diffusione della pandemia
da Covid 19 che ha già provocato la morte di oltre 170.000 persone.
Dieci milioni sono invece le
persone che ogni anno perdono la vita a
causa delle malattie infettive e per il 92% questo accade soprattutto
nei paesi del mondo più poveri del
pianeta e di queste il 47% è provocato da malattie per cui non ci sono
vaccini. Il progresso tecnologico e la globalizzazione che
avrebbero potuto consentire un utilizzo mondiale di terapie e vaccini
insieme al miglioramento delle condizioni di vita di milioni di persone
in diverse regioni del pianeta, non sono stati equi perché le
diseguaglianze a partire dalla sicurezza sanitaria, sono ancora un
problema in tutto il mondo.
Mentre
leggiamo questo articolo, 52 milioni di minori sotto i 5 anni soffrono
la fame a causa della carenza di cibo, mentre 155 milioni di una
cronica malnutrizione. Povertà, guerre e cambiamenti climatici hanno
provocato nel solo 2016 la fuga di 66 milioni di persone. E' il
cambiamento climatico che ha creato in questi mesi in Africa
un'emergenza drammatica, come quella dell'invasione delle locuste
provocata dall'effetto dei cicloni nella penisola arabica. Le locuste
del deserto nel giro di un anno sono aumentate di oltre 8000 volte
distruggendo tutto ciò che trovano sui terreni e portando alla fame
oltre 25 milioni di persone.
torna in alto10-04-'20 AI TEMPI DEL .... Non se ne può più. L'anno scorso avevamo intitolato "La guerra al tempo della pace" il numero 6 annuale di Azioni Parallele, e l'origine era Marquez, L'amore al tempo del colera... Eravamo fieri di quella scelta, il titolo rifletteva un paradosso, o forse un ossimoro. Oggi non se ne può più di amore, musica, cinema, arte, teatro, scuola, ecc. ai tempi del coronavirus. Tutti quelli che scrivono credono forse di essere originali, ma se si rileggessero si accorgerebbero della banalità degli scritti, della ingenuità quasi tangibile del pensiero. Lasciamo che passi. Lasciamo perdere le idiozie dell'uomo più squallido del mondo con il suo maggiordomo (lo pseudo-economista più squallido del mondo) che vuole andare a messa a Pasqua, lasciamo perdere il giornalista politico che ora ne sa più di tutti sul DNA e sull'RNA dei virus e sulla curva delle epidemie, lasciamo perdere i soldi che vengono spesi e che torneranno: i tempi del coronavirus passeranno, e ce ne dimenticheremo. torna in alto26-03-'20 BARICCO Su Repubblica di oggi un notevole intervento di Alessandro Baricco, che riassume per tesi le cose da dire sulla crisi attuale. Condivido quasi tutto, in particolare la tesi 9 che cito qui sotto, nella quale ho evidenziato un punto cruciale: la sproporzione tra la crisi e gli strumenti per contrastarla. 9.
(Questa è delicata. Astenersi perditempo).
A nessuno sfugge, in questi giorni, il dubbio di una certa sproporzione tra il rischio reale e le misure per affrontarlo. Ce la possono spiegare come vogliono, ma la sensazione resta: una certa sproporzione. Non voglio infilarmi in quei paragoni che poi ti portano a raffrontare i morti di Covid 19 con quelli causati dal diabete o dalla scivolosità della cera da pavimenti. Ma resta, ineliminabile, il dubbio che da qualche parte stiamo scontando una certa incapacità a trovare una proporzione aurea tra l'entità del rischio e l'entità delle contromisure. In parte la possiamo sicuramente mettere in conto a quell'intelligenza là, quella novecentesca, alle sue logiche, alla sua scarsa flessibilità, alla sua adorazione per lo specialismo. Tuttavia la faccenda non si risolve lì. Se io cerco di guardare dentro quella sproporzione che tanto ci infastidisce e interroga, alla fine trovo qualcosa che adesso è dura da dire, ma come dicevo è il momento dell'audacia, quindi bisogna dirla. C'è un'inerzia collettiva, dentro a quella apparente sproporzione, un sentimento collettivo che tutti contribuiamo a costruire: abbiamo troppa paura di morire. È come se il diritto alla salute (una fantastica conquista) si fosse irrigidito in un impossibile diritto a una vita perenne, che d'altronde nessuno ci può assicurare. Ora, il rapporto con la morte, e con la paura della morte, è una cosa innanzitutto individuale, una faccenda che ognuno si gestisce da sé (io per esempio me la cavo da schifo). Ma in seconda battuta la paura della morte è anche un sentimento collettivo che le comunità degli umani sono da sempre attente a edificare, limare, correggere, controllare. Per dire, la civiltà di mio nonno, che ancora aveva bisogno delle guerre per mantenersi in vita, stava attenta a tenere alta una certa "capacità di morte". Noi siamo una civiltà che ha scelto la pace (in linea di massima) e dunque abbiamo smesso di coltivare una collettiva abitudine a pensare la morte. Come comunità la combattiamo, ma non la pensiamo. Invece, la meraviglia di una civiltà di pace sarebbe proprio riuscire a pensare la morte di nuovo, e accettarla, non con coraggio, con saggezza; non come un'offesa indicibile ma come un movimento del nostro respiro, una semplice inflessione del nostro andare, forse la cresta di un'onda che siamo e che non smetteremo mai di essere. Non è che un individuo da solo, possa arrivare spesso a certe leggerezza di sentire: ma una comunità sì, lo può fare. Delle comunità, in passato, sono state capaci di portare a morire milioni dei loro figli per un ideale, bello o aberrante che fosse: perché una comunità non dovrebbe essere capace di portare tutti i suoi figli a capire che il primo modo di morire è avere troppa paura di farlo? torna in alto24-03-'20 QUALCOSA DA LEGGERE Siamo in un mare di guai, ma non possiamo far altro che aspettare. Letture, musica, piccole attività fisiche, film e telefilm, sono quello che ci resta. Leggere è a volte difficile, si cerca la concentrazione, ma alla fine si può trovare. Attualmente sto leggendo su carta i Racconti di Del Giudice (uno è fantastico, Fuga), L'opera interminabile di Trione, e ho finito il primo, che è l'ultimo pubblicato, di Manzini con Rocco Schiavone protagonista. Il libro di Trione è come il suo titolo, ma gli autori scelti sono condivisibili. I Racconti li capisco poco, a volte, ma la scrittura è bella. Manzini fa ridere e non è poco. Digitali invece sto leggendo su Kindle in inglese Treasure Island e contemporaneamente in tedesco Schatzinsel, cioè sempre l'Isola del tesoro. Su Kindle ho scaricato Guerra e Pace, anche questo gratis come i due Stevenson, e probabilmente sto ricascando nella trappola infinita di Tolstoj. Per chi non mi conosce, Guerra e Pace è secondo me il più grande libro mai scritto, numerosi livelli al di sopra del secondo classificato, Cent'anni di solitudine di Marquez. Ho letto G&P quando avevo quindici anni, probabilmente saltando dei pezzi, e poi integralmente almeno una volta ogni dieci anni, quindi forse per un totale di quattro o cinque volte. E non mi stanca mai. torna in alto23-03-'20 I MUSEI VIRTUALI Per due settimane ho reindirizzato questo blog al mio sito, apponendo la dicitura CANCELLATO al posto delle note che sto scrivendo disordinatamente ormai da nove mesi. Mi vergognavo un po', anche se non so di fronte a chi (i visitatori qui sono molto pochi), di aver sottovalutato il virus che sta creando un disastro nel mondo e uccidendo migliaia di persone. Non voglio più entrare in questo discorso. Non sono un virologo e anche se lo fossi è meglio tacere. Ma non ho cancellato le righe scritte un mese fa, anche per mia memoria. Piuttosto, nei tempi attuali si è costretti a parlare di scuola digitale e sono mille i problemi, in primo luogo che nonostante decenni di tentativi, la scuola resta ancorata a modelli di inizio Novecento. Si parla anche di musei virtuali e questo è più interessante. La visita alle pagine di Arts & Culure Google riserva piacevoli sorprese. torna in alto26-02-'20 GOYA Asterios mi conferma che il libro di Goya con la mia introduzione e cura va in stampa ... Un grande personaggio questo editore che lavora in modo indipendente e riesce a produrre cultura nonostante le difficoltà dei piccoli contro i grandi! torna in alto24-02-'20 LA PESTE La situazione e il panico dovuti al covid19 ovvero al corona virus dovrebbero farci riflettere sul ruolo della cultura nel mondo occidentale. L'ignoranza di fondo di tutto ciò che avviene ogni giorno e la totale non comprensione dei numeri sono alla base del panico. Nessuno dice che il virus sia facile o leggero, è un problema serio e preoccupante, ma non più grave delle morti legate a chi non si vaccina, delle morti in incidenti stradali, delle morti per il fumo. Questo pensavo ieri, e come in uno specchio oggi lo ha scritto Riccardo Luna su Repubblica: Siamo nel pieno di
un attacco di panico collettivo. E mentre medici infermieri e
ricercatori si occupano con coraggio del coronavirus, noi qualcosa
dovremo pur fare per sopravvivere. Per esempio consultare i dati. Su
Internet non ci sono solo tweet e post (sconsigliati se siete
ansiosi) ma ci sono anche i dati in formato aperto (open data) su un
sacco di cose, per esempio la salute pubblica. Ricordo quando, nel
2012, l'allora presidente dell'Istat Enrico Giovannini decise di
mettere online in formato aperto l'infinita messe di dati del nostro
Istituto di Statistica. Lì ho trovato una tabella (riferita al 2017)
con tutte le cause di morte in Italia. E ho scoperto di cosa si muore
ogni giorno, oltre che di coronavirus ovviamente. E' un esercizio
utile non a minimizzare quel che sta accadendo ma a contestualizzarlo
e a provare a dare una coerenza a questa improvvisa voglia di salute
che ci ha preso.
Prendiamo
l'influenza: di tutti coloro che muoiono in Italia (650 mila persone
l'anno) uno su mille muore di influenza. I morti di influenza sono
quasi due al giorno. Immaginate un titolo: altri due morti! Ogni
giorno. Quel numero è una media che come molte medie distorce la
realtà: le morti di influenza avvengono nel giro di quattro mesi e
quindi fra novembre e febbraio ogni giorno di influenza muoiono
almeno 5 persone al giorno. Va tenuto conto del fattore età: il 95
per cento dei morti di influenza ha più di 65 anni; il 77 per cento
più di 80. Gli altri, guariscono. Quanti? La settimana scorsa gli
italiani a letto per l'influenza erano 656 mila, il che porta a 5
milioni 632 mila i casi di influenza quest'anno. Siamo quasi a un
italiano su dieci influenzati. Quelli nel panico da coronavirus,
hanno fatto il vaccino? O siete fra quelli che dicono che i vaccini
non servono? Si dirà: ma il coronavirus è una forma influenzale che
può diventare polmonite nel 20 per cento dei casi: vero, con la
polmonite muoiono, in media, 37 persone al giorno. Ogni anno, ma
l'Italia non si ferma.
I dati offrono altri
spunti interessanti: la principale causa di morte in assoluto sono le
malattie del sistema cardiocircolatorio: 638 persone ogni giorno.
Abbiamo controllato colesterolo o trigliceridi? Cambiato dieta? La
seconda i tumori (483 al giorno): fatto la prevenzione? O una
donazione a qualche centro di ricerca? Più di 10 persone muoiono
ogni giorno in incidenti stradali: qualcuno per caso vuole fermare la
circolazione? I dati sono implacabili, ma gli avverbi sono più
insidiosi: se dico "già 100 casi di coronavirus" sto
dicendo che il virus è più veloce del previsto; se dico "solo
100 casi" sto dicendo il contrario. L'ansia non nasce dai numeri
ma dagli avverbi.
torna in alto22-02-'20 LE POSTE Le poste italiane sono una piaga nazionale di cui nessuno parla. La malaugurata idea di aprire un conto vari anni fa mi trasforma oggi in un correntista che vuole chiudere il conto. Per farlo avrei dovuto prendere appuntamento col direttore di San Silvestro (a Roma) oppure inviare per RRR la richiesta. La RRR ha messo sei giorni per arrivare a Firenze (chissà poi perchè a Firenze). Dopo 15 giorni le Poste devono, a norma di legge, chiudere il conto. Dopo 20 giorni mi informo e pare che se va bene metteranno un mese e mezzo o due. Le RR, ricevute di ritorno, che viaggiano come cartoline, nel frattempo non sono ancora arrivate. torna in alto3-02-'20 CI SONO ANCHE LIBRI NOIOSI A dirla tutta, la gran parte dei libri sono noiosi, quelli di cui si parla sono i libri non-noiosi che ci sono piaciuti o che ci hanno dato fastidio, ma che comunque abbiamo letto. Tempo fa scrivevo di La vita in tempo di pace che era troppo verboso, e in effetti, nonostante ripetuti tentativi, non sono riuscito a oltrepassare forse pagina 50. Negli ultimi tempi ho letto come sempre parecchie cose (di alcune che mi sono piaciute ho scritto qui o sulle mie riviste), ma alcune erano davvero intollerabili per le troppe parole ... Sì, troppe parole. Troppo è un avverbio interessante, usato spesso a sproposito come se significasse molto, mentre invece intende l'eccesso del molto, la negatività del molto ma anche il limite della giusta misura. Nel suo The Game, libro peraltro notevolissimo, Baricco che di solito è efficace e sintetico, finisce per dire troppe cose, con l'effetto finale, per il lettore, di contraddirsi. Daniele Del Giudice (ho infine letto Atlante occidentale) non è un mio favorito, ma almeno è sintetico. Byung-Chul Han è perfetto, addirittura minimale. I modelli del passato sono naturalmente Borges e Calvino. Ma ciò non toglie che anche Tolstoy e Musil fossero sintetici, i loro milioni di parole non sono mai troppi. Il vero super-noioso di questi miei recenti giorni di lettura è comunque Vincenzo Trione. L'ho seguito alla presentazione del suo ultimo libro, che comprerò prima o poi (gli autori trattati mi interessano tutti, da Hirst a Barney), e mi sono incuriosito, al punto da comprare l'ebook del suo libro precedente, Effetto città, che risale al 2014. In versione cartacea questo volume è lungo oltre 800 pagine e costa quasi 50 euro; almeno l'ebook, caso raro, costa decisamente di meno, circa 8 euro; le immagini ci sono anche nel digitale, probabilmente saranno più belle nella versione a stampa. Ma il testo di Trione batte qualunque record di noia. E' una specie di mostruosa tesi di laurea scritta per impressionare il docente relatore; credo che i libri citati siano diverse centinaia, e non sono solo libri di arte, ma di poesia, letteratura, filosofia, sociologia, economia, politica, forse anche di biologia e di medicina. Trione ha davvero letto tutto quello che cita? Probabilmente sì, ma il suo vero peccato è che vuole farci assolutamente sapere di aver letto così tanto, cita autori che non c'entrano nulla con il tema urbanistico, andando a pescare da tutte le parti due parole che bene o male gli si avvicinano; ogni due pagine ritorna a Benjamin, per descrivere Parigi usa Baudelaire ai limti del sopportabile; poi enfatizza a dismisura il ruolo di personaggi come De Chirico e Tschumi rispetto a New York, considera importante una leggendaria follia come le otto ore di Empire, il film immobile di Warhol (ma chissà se l'ha davvero visto tutto), si azzarda a fare un riassunto delle teorie di storia dell'urbanistica navigando a vista, e finisce per dare relativamente poco peso al promesso aspetto cinematografico del libro, che si chiama Effetto Città richiamando l'Effetto Notte di Truffaut. La dissertazione su Wim Wenders poi si basa sui film a mio parere meno interessanti del grande regista tedesco. Un libro come questo travolge il lettore con TROPPE parole, troppe ripetizioni, troppe parafrasi della stessa cosa, una specie di assedio alle nostre capacità di sopportazione. Il risultato? Invece di leggere davvero questo libro, io ho saltellato e sto ancora saltellando da un paragrafo all'altro, leggendo solo le prime righe e avendo l'impressione di non perderci molto. Ed è inevitabile la domanda: quanti avranno davvero letto per intero questo monumento alle parole? torna in alto2-02-'20 SCIACALLI E CONTABALLE (Una bellissima data palindroma oggi, 02022020) Ormai il mondo è la colossale vittima di contaballe e di sciacalli. Un'intervista a Philip Pullman dice davvero tutto quelle che direi io: ha vinto (con la Brexit) chi racconta un sacco di balle. L'incredibile ipocrita Farage esce da Bruxelles proclamando che ama l'Europa ma odia l'Unione Europea. Lo stesso dicono, facce da schiaffi impareggiabili, i nostri leghisti, come gli pseudoeconomisti Bibì e Bibò. E i medesimi rivelano la loro meschinità nell'attuale panico da corona virus, sciacalli che chiedono di bloccare le frontiere, alimentando la paura dell'altro, il razzismo profondo che li anima. L'ignoranza più totale e la malafede vanno a braccetto, la seconda (quella dei politicanti) sprofonda nella prima (quella del popolo incapace di ragionare da solo). torna in alto27-01-'20 ELEZIONI VINTE L'Emilia Romagna resta in mano al centro-sinistra. Finalmente è passata la paura che tutto stesse precipitando. Forse, è passata soltanto per ora, ma intanto val la pena di essere contenti per la sconfitta di Capitan Fracassa e dei suoi seguaci. Inoltre, scopro che Elly Schlein, cui in passato ho prestato attenzione e grande stima come parlamentare europea, è stata la prediletta dagli elettori. Grande! torna in alto26-010-'20 WUHAN Un virus maledetto ci fa scoprire una città di oltre dieci milioni di abitanti in Cina. Ho dato un'occhiata su Google Maps. Eccola: torna in alto18-01-'20 UN GRANDE LIBRO: LA MISURA DEL MONDO Questo libro straordinario di Daniel Kehlmann risale al 2005 e sin da allora, cioè dalla sua traduzione italiana del 2006, volevo leggerlo. Credo anche di averlo regalato a qualcuno (ma non ricordo bene); di certo il destinatario doveva avere interessi scientifici. Perché La misura del mondo racconta di due splendidi personaggi dei tempi gloriosi dell'Illuminismo: Carl Friedrich Gauss, uno tra i più grandi geni della storia (forse cerebralmente superiore a Einstein, a Aristotele, a Galileo, ...), insigne matematico e astronomo, e Alexander von Humboldt, altro tedesco insigne sebbene meno famoso internazionalmente, scienziato ed esploratore, costantemente associato al fratello Wilhelm, linguista, pedagogo e uomo politico. Un libro che si rimanda di leggere spesso finisce nel dimenticatoio. In questo caso è stata la frequenza del nome degli Humboldt a Berlino, città che ha intitolato ai fratelli la sua principale Università e ora anche il ricostruito Palazzo imperiale (l'Humboldt Forum), a spingermi verso la conoscenza di Alexander. Fu una creatura umana rarissima, scienziato intrepido, scalatore, botanico e biologo, e soprattutto geografo, quel tipo di mestiere fascinoso che oggi invece si collega sbadatamente con i fotografi, con i piloti d'areo e con gli atlanti automobilistici. Quindi, eccomi curioso di un geografo, misuratore, esploratore, che rischia mille volte la pelle per capire dove vanno le onde, dove c'è la corrente marina, a che altezza è quel colle, quanto è lungo quel fiume ... Cercando notizie su di lui sono tornato a imbattermi nel libro di Kehlmann e finalmente l'ho letto. Kehlmann aveva 30 anni quando l'ha scritto, oggi ne ha 45 ma non ha più ripetuto (così si deduce dalle sue attuali note biografiche) questo pezzo di bravura che è La misura del mondo. Nel libro la vita di Humboldt è narrata in parallelo con quella di Gauss. Il primo è un nobile, è ricco sfondato, ma spende tutto per viaggiare e comprare ciò che serve a viaggiare; negli ultimi anni della sua lunga vita di scapolo si ferma, si dedica soprattutto a scrivere e compone volumi su volumi su volumi di scienze naturali. Il secondo viene da una famiglia umile, ma viene scoperto da ragazzo come un talento prodigioso, fa la sua carriera accademica muovendosi ben poco nella Germania centrale e ha alcuni figli, uno dei quali riveste un ruolo singolare nel libro. I due si incontrano a Berlino per volontà di Alexander, e dopo la conoscenza diventano amici, o almeno così ci racconta Kehlmann. In effetti, direi che il 50% del libro può essere considerato vero, il resto finzione, anche se verosimile. In particolare, sono i sentimenti dei due protagonisti che appaiono inventati o meglio creati da Kehlmann, nel senso che lo scrittore entra in empatia con i suoi personaggi e li fa vivere al di fuori della biografia ufficiale. Così Humboldt diventa una specie di incredibile fachiro, in grado di sopportare qualunque tormento e qualunque fatica, curioso, avventuroso, spericolato, ma sempre nel nome della ricerca scientifica. Gauss è presuntuoso, convinto di sè, immerso nei suoi calcoli, convinto che nessuno è alla sua altezza (neppure Goethe) e deluso dai suoi figli, dalle sue mogli, dai suoi colleghi. Ma nella sua alterigia, Gauss ci è simpatico, una specia di brontolone geniale. Libro da leggere assolutamente. Con una nota finale sul figlio "stupido" di Gauss, destinato a diventare americano, imprenditore e banchiere di successo. torna in alto9-01-'20 I MISTERI D'ITALIA Se c'è una cosa che non sopporto sono le amplificazioni demenziali, forzose e del tutto inutili che vengono fatte di episodi minimi, senza alcun peso a livello nazionale e neppure locale. Ogni giorno muoiono dieci persone sulle strade, e se ne parla pochissimo; poi, un investimento come tanti altri viene seguito, analizzato, sviscerato e trasformato in un episodio chiave della storia d'Italia per due o tre giorni. Ogni giorno ci sono episodi di violenza di cui non si parla, poi uno di essi diventa il simbolo del malcostume o della mala educazione o del sessismo della società. A Bibbiano, che nessuno sa bene neppure dove sia, si ripetono casi di affidi probabilmente legati a truffe economiche, mentre nel resto d'Italia si moltiplicano come sempre, ogni giorno, enormi imbrogli assicurativi, falsi invalidi, frodi e porcherie di ogni tipo, che coinvolgono tutti, compresi anziani e minori; ma Bibbiano diventa un caso nazionale. L'unico motivo o quasi per cui si parla a volte di incidenti è perchè qualcosa risulta spettacolare, emozionante. L'unico motivo o quasi per cui si parla di qualche violenza è quando viene fatta da uno straniero. L'unico motivo o quasi per cui si parla di una truffa è quando c'è di mezzo un partito politico. Personalmente, ho un solo consiglio per essere informati e riuscire ad evitare le trappole della stampa e della televisione: leggere il Post, unica testata nazionale a mantenere un minimo di decenza editoriale. Il consiglio implica di NON leggere le altre testate e di non seguire i telegiornali. torna in alto7-01-'20 ULTIMO ARTICOLO su Baricco e Byung-Chul Han Appena pubblicato su AP un confronto tra Baricco, con The Game e Byung-Chul Han, Nello sciame. Le
interpretazioni del presente sono alla base della previsione sul
futuro. Il confronto tra posizioni specularmente opposte è quindi
interessante, soprattutto se gli autori sono filosofi, vale a dire
scrittori che guardano sì all'aspetto tecnico, ma soprattutto ai
risultati esistenziali connessi all'avvento delle nuove tecnologie:
Alessandro Baricco e Byung-Chul Han sono i protagonisti del mio
confronto.
I libri principali cui
faccio riferimento sono The Game di Baricco del 2018
e Nello sciame di Byung-Chul
Han del 2013.
Lo
scrittore italiano affronta in oltre trecento pagine, corredate persino
di fantasiose mappe, un viaggio a tappe negli ultimi trent'anni di
Internet, social networks, videogames ecc. Il filosofo sudcoreano, ma
tedesco per scrittura e residenza, è invece un critico sistematico ed
esplicito dell'attuale condizione sociale, resa neutra ed amorfa dalla
generale mancanza di un'anima o di uno spirito
o come si voglia chiamare un'idea progettuale dell'esistenza umana;
Byung-Chul Han attacca sistematicamente gli oggetti della rivoluzione
cui Baricco è tanto affezionato, in particolare gli smartphone, grazie
ai quali sta scomparendo l'interlocutore reale, sostituito
letteralmente da fantasmi.
torna in alto28-12-'19 PER FORTUNA CI SONO LE SARDINE Lorenzo Donnoli è uno dei portavoce delle sardine. Ha scritto su FB quanto segue, rivolgendosi a Matteo Salvini, e ha dimostrato di essere in questo momento la persona più lucida e più di sinistra che stia tra i riflettori della politica italiana. Grazie Lorenzo. "Senatore Matteo Salvini,
creare un clima sociale in cui una donna non si sente libera, non è
cristiano. Nibras è italiana, e da due settimane riceve minacce
indicibili con numeri da record, così, per divertirsi, che lei ha
stimolato e fomentato".
"I cristiani amano ed aiutano il prossimo utilizzano comprensione e l’altra guancia, i cristiani che vivono davvero la fede". "Per ora le uniche cose che ha asfaltato, senatore Salvini, le ricordo essere: i diritti degli operai, sempre meno tutelati per colpa delle sue leggi; la possibilità di riutilizzare i beni confiscati alle mafie, che ora se li ricomprano allegramente, e che dovrebbero tornare alla comunità; il sorriso di milioni di donne e di uomini che hanno il difetto di non condividere con lei sesso, orientamento religioso, sessuale o politico e che affrontano, ogni giorno, violenze verbali e fisiche in costante aumento. Ha asfaltato anche la possibilità di avere un confronto libero, privo di insulti e parole che richiamino all’aggressività". "Lei si è fatto eleggere al Senato della Repubblica coi voti dei cittadini calabresi. Cittadini che l’hanno votata sperando che il candidato premier potesse usare il suo potere e il suo spazio per parlare ogni giorno di nuovi strumenti per la lotta alla ‘Ndrangheta e alle mafie tutte, di malasanità, di lavoro e infrastrutture che mancano in una terra bellissima da cui si può semmai fuggire come unica alternativa. Invece lei passava il suo tempo (quaaaanto tempo) a raccontar fandonie, ad approfittare della naturale ignoranza di un popolo disilluso, deluso e ormai distratto. Perché raccontare bugie a chi le dà fiducia ed ascolto? Perché prendere in giro gli italiani?" "Può dirsi cristiano colui che sceglie, con una platea di milioni di seguaci, di esporre alla gogna mediatica chi la pensa diversamente? Addirittura una ragazza che leggeva l’articolo 3 della nostra Costituzione ed il ragazzo autistico che l’ha invitata sul palco di Roma? Non faccia il furbo, senatore, lo sa bene cosa significa pubblicare sulla sua pagina la mia faccia e quella di Nibras: lo ha già fatto a Mattia, a Jasmine e a troppe donne. Si dovrebbe rileggere la risposta di Jasmine. Significa dare un grosso contributo a mettere in pericolo la tranquillità e la libertà delle persone che non la pensano come lei." "Legga i commenti pubblici dei suoi fan sotto ai suoi post, sono già una rappresentazione sufficiente, seppur parziale, degli insulti che una cittadina italiana ed il ragazzo al suo fianco (autistico) stanno subendo". "E sì, da fastidio chi si definisce cristiano e pensa ad aumentare le armi in circolazione invece che fermare la strage di donne ammazzate da uomini violenti e la strage di lavoratori che muoiono sul posto di lavoro: questa è l’Italia, appurato che cristianità e sicurezza sono parole che non fanno parte realmente del suo vocabolario, cosa rimane? Temo solo qualche parola violenta uscita come un rigurgito, particolarmente disgustoso, dopo 49 milioni di bicchieri di vodka". torna in alto27-12-'19 ELEGGERE QUALCUNO Ogni tanto cerco di ricordarmi come funziona la nostra legge elettorale e ogni volta mi accorgo di non saperlo bene. So meglio come funziona in Gran Bretagna, in America e in Francia, e forse anche in Germania dove sembra tutto facile ma poi ci sono dettagli complicati. Di certo, inglesi e americani hanno un meccanismo brutale che finisce, non di rado, per premiare non chi ha più voti in assoluto, ma chi ha una migliore popolarità in determinati territori. I tedeschi hanno un sistema proporzionale con sbarramenti assolutamente equo, ma che al giorno d'oggi li costringe ad allenze non del tutto scontate. Anche il nostro sistema finisce per costringerci ad alleanze sconnesse e non preannunciate. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l'unico sistema che funziona è quello francese, vale a dire il ballottaggio. Me ne resi conto in pieno quando fu eletto Chirac contro il vecchio Le Pen: gli antifascisti non ebbero un attimo di esitazione a schierarsi con i gollisti, che del resto incarnano un'idea di destra liberale e democratica ben lontana dagli ideali dei reazionari oltranzisti. In Italia chi è al potere cambia il sistema elettorale per vincere le prossime elezioni, non per garantire risultati equi. La miopia dei politicanti è vergognosa, è un oltraggio all'intelligenza, se ancora ha senso parlare di intelligenza in un paese che sta scendendo nell'abisso dell'ignoranza assoluta. torna in alto19-12-'19 PREPOTENTI AL POTERE Leggo e riporto dal blog di Massimo Mantellini, a proposito della foto di una ragazza che fa un gestaccio a Salvini: Il
cittadino deve poter canzonare il potente, ridicolizzarlo, prenderlo in
giro, sbeffeggiarlo. E il politico non deve poter fare il contrario.
Conta in questo non più la potenza di emissione comunicativa ma il
bilanciamento dei poteri dentro gli ambiti democratici. Anche questo
aspetto, alla fine dei conti, è un aspetto che Salvini ignora o finge
di ignorare. Non è una grande novità. Tutti i peggiori reazionari sono
fatti così.
torna in alto17-12-'19 PASSANO GLI ANNI Mia madre domani compirebbe 100 anni. Sua madre, mia nonna, era nata nel 1886 e quando è morta a 98 anni io ne avevo 28; ricordo bene i ricordi di entrambe, dell'epoca fascista ad esempio, ma anche - la nonna - della Grande Guerra e dell'infanzia prima della guerra, della farmacia di suo padre in Piemonte, e altro. Per memorie vive quindi, io come tutti, posso andare indietro di un secolo e oltre. I ragazzi di oggi arriveranno in molti a vedere il XXII secolo, oltrepasseranno il 2100. Pensarci è sorprendente. Il nostro sguardo di uomini sembra lungo, ma è brevissimo all'interno della nostra stessa Storia, ed è impalpabile in quella della Terra o delle stelle. Pensarci è impossibile. torna in alto7-12-'19 IL MATTEO SBAGLIATO Che cosa vuole il Matteo sbagliato, vale a dire il fiorentino, lo abbiamo capito finalmente ... un paese europeo e liberista, privo di tasse, senza istituzioni statali a frenare il primato dei più furbi. Esattamente quello che vuole il padrone delle TV, il suo modello. Eppure, nell'anima democristiana di questo personaggio da operetta, il rottamatore di se stesso, sembrava ci fosse qualcosa ... poi tutto da solo ci ha voluto convincere: nato DC morirò DC. 5-12-'19 I CINQUE STELLE Molti anni fa avevo seguito con interesse la strana avventura di Beppe Grillo sul web, la veloce ascesa del suo blog tra i più visti al mondo, la sua posizione che sembrava VERDE, cioè apartitica, critica verso tutti, e semplicemente ambientalista. In breve tempo, con la nascita del suo movimento, mi ero poi convinto che Grillo fosse invece tanto pericoloso quanto pericoloso può essere un qualunquista. Le cinque stelle in origine dovevano significare:
Oggi, al cospetto di De Maio e Di Battista, Grillo sembra quasi saggio. L'uomo giusto nel M5S ci sarebbe, Roberto Fico, ma a quanto pare la chiacchiera priva di basi dei due capetti riesce a far presa e a convincere la gente, e Grillo stesso. torna in alto4-12-'19 trump trump Chi sia Donald Trump ormai lo sanno tutti, ma la sua somiglianza quasi genetica col nostro padrone delle TV è impressionante. Un uomo astuto, cinico, amorale, prepotente e presuntuoso. Purtroppo, come per Berlusconi, contro Trump è difficile farsi valere: più si svelano le sue fandonie (migliaia) più la gente crede che sia in atto una congiura contro di lui. Il talento di questi personaggi è di farsi credere "uno dei tanti, ma che si è fatto da solo", senza però dire con che mezzi e con quale stomaco. torna in alto23-11-'19 QUALCOSA SI MUOVE Da qualche giorno si parla, in Italia, del neonato movimento delle sardine. Ho già letto vari articoli che oscillano sulle seguenti posizioni: per fortuna ci sono loro; vediamo se durano; sono manovrati da qualcuno. L'ultima posizione risale a Berlusconi (tramite il suo giornaletto) e a Capitan Findus, ovvero il cazzaro verde contro il quale si muovono le sardine. Perchè l'unico elemento che aggrega le sardine è essere anti-Lega, per fortuna e finalmente. Il fenomeno Salvini è cresciuto negli ultimi anni grazie a un ben calcolato sistema fatto di notizie false e di allarmi infondati, e l'ho potuto seguire all'interno della scuola, tra i ragazzi di 14-20 anni con cui ho lavorato da sempre. Ebbene, è proprio così, dopo le prime suggestioni legate al fascino di un razzismo morbido e all'idea di una polizia ben armata che governa le città, gran parte dei ragazzi si sono accorti che erano chiacchiere e solo chiacchiere. Non credevo che i ragazzi avrebbero trovato anche il metodo e la qualità mediatica per uscire allo scoperto. Mi hanno smentito, per fortuna. torna in alto14-11-'19 CERTE COSE SONO DIVERSE Magari c'è ancora qualcuno, in Italia, che ti dice "tutto il mondo è paese" e cerca di arraffare diagrammi, statistiche e fesserie varie che dimostrano come l'Italia, la Nuova Zelanda, il Guatemala e il Giappone siano in realtà tutti uguali, tutti dominati da corruzione, disonestà, traffici loschi ecc. Eppure, se in due paesi come Italia e Germania, o meglio in due città come Roma e Berlino, si vive una vita normale e si sta in mezzo a situazioni normali, la differenza c'è ed è grossa. Ogni volta che trascorro lunghi periodi di tempo qui, nella capitale tedesca, me ne rendo conto, e con maggior precisione ogni volta. Mettiamo per strada: la precedenza ai pedoni, la macchina che non sta sulla sua corsia, il clacson suonato a manetta, il parcheggio selvaggio, a Roma sono una cosa, a Berlino quasi l'opposto. Mettiamo in un ufficio o in un negozio: la gentilezza, la competenza, il rispetto di una fila di clienti, a Roma sono una cosa, a Berlino un'altra. Mettiamo in un condominio: i rumori, i piccoli guasti da aggiustare, la pulizia, l'amministrazione, a Roma sono una cosa, a Berlino un'altra. E mettiamo in uno Stato: la competenza degli amministratori in primo luogo, la loro correttezza, e la responsabilità delle proprie scelte e decisioni, a Roma sono una cosa, a Berlino un'altra. torna in alto9-11-'19 30 ANNI FA, IL MURO Oggi a Berlino piove, ma la città è in festa. Trent'anni fa la popolazione di Berlino Est invadeva pacificamente il settore occidentale e nei giorni successivi avrebbe demolito fisicamente il muro di cemento che dal 1961 divideva in due la città. Ne ho scritto sulla mia rivista: 30 anni fa, il Muro. Tra le iniziative per festeggiare, meritano attenzione i filmati di impressionante precisione (per la proiezione su intere pareti di grandi edifici, cui si sovrappongono in modo attivo) che rievocano i momenti salienti della storia della DDR e del Muro. Le fotografie qui sotto mostrano la nuova facciata moderna dell'Humboldt-Forum, ovvero del nuovo Schloss della capitale tedesca, usata come schermo, mentre più sotto, in Alexanderplatz, la proiezione avviene sugli edifici di Peter Behrens vicini alla stazione ferroviaria. torna in alto31-10-'19 BUGIARDI AL POTERE Il fenomeno ormai è assodato, chiarissimo, ma non ha soluzioni; accade, e non si sa cosa fare per evitarlo: i bugiardi hanno successo e vanno al potere. Quando negli anni '90 Berlusconi divenne primo ministro, ci riuscì raccontando le cose incredibili che avrebbe realizzato; da allora, la sua strategia è stata immancabilmente di raccontare fandonie sul proprio operato, sui propri avversari, sulle sue aziende, sulle sue donne, fandonie facilissime da svelare eppure impunite. Neppure un pazzo avrebbe saputo descrivere un caso come quello della nipote di Mubarak, giunto sino in Parlamento. Da allora, o forse anche da prima, raccontare balle gigantesche è diventato normale e il fatto che sono balle non crea nessun problema a chi le racconta. Anzi. Qui sta il problema, in quell'"anzi". Più Trump racconta balle, più la gente lo apprezza. A noi persone normali sembra pazzesco, ma a quanto pare più racconta balle, più è simpatico. E questo vale per Salvini, per Meloni, per Erdogan, per Putin, per Orban, che vengono accettati e votati da chi non capisce che raccontano balle (gli ignoranti o gli ingenui), da chi capisce che rccontano balle ma gli fa comodo che siano balle (quelli che non pagano le tasse) e infine da chi le balle le condivide (gran parte di coloro che si trovano in posti di potere). torna in alto25-10-'19 DUE ARTICOLI Ho appena pubblicato i due articoli di architettura promessi qualche giorno fa, su Herzog & de Meuron e su Bjarke Ingels, naturalmente su Fogli e Parole d'Arte. torna in alto20-10-'19 I BEI TEMPI I bei tempi d'una volta, a forza di sentirlo dire ci crediamo tutti. Ci credono pure i più giovani; mi è capitato di sentire un trentenne affermare con convinzione che una volta le cose erano diverse, certi macchinari erano fatti meglio. La gente della mia età poi non fa altro che dire "una volta", "una volta non pioveva così", "una volta ti potevi fidare", "una volta non c'erano le allergie", "una volta si viveva meglio", e via così. Di solito, se mi capita, rispondo all'amico nostalgico con una sola frase, "una volta eravamo più giovani". Ma su altri argomenti, escluse le questioni climatiche che sono sostanzialmente vere, entro in polemica. Da insegnante, raccontavo a volte che quando ho fatto la licenza elementare c'erano con me a scuola diversi signori adulti che facevano quell'esame. E raccontavo anche che spesso nei primi anni c'erano ragazzi iscritti alla prima o seconda o terza elementare che lavoravano e a scuola ci venivano la prima settimana. Raccontavo anche che negli anni ottanta, quando mi trasferii a Roma, c'erano grandi baraccopoli (di italiani) nelle aree di periferia, decine di migliaia di senzatetto. Se il mondo andasse in peggio, come si spiega che viviamo sempre più a lungo e che abbiamo sempre più soldi e che possiamo permetterci mille macchinari che ci risparmiano fatica? torna in alto10-10-'19 BATTISTI O GUCCINI? Si torna a parlare di Lucio Battisti, ogni tanto, l'ultima perchè su Spotify sono state messe a disposizione le sue canzoni. Ho letto nell'articolo di qualcuno della mia età l'augurio che i giovani d'oggi scoprano infine le meraviglie del duo Battisti-Mogol. Molti poi chiamano Battisti cantautore, dimenticandosi che il titolo spetta agli autori sia dei testi sia delle canzoni, e non della sola musica, come appunto Battisti. E bisogna ricordarsi di Dario Fo, che mise alla berlina Mogol facendo leggere da un attore, senza musica, il testo di Emozioni, trasformato in qualcosa di veramente comico (lo spettacolo di Fo si chiamava Ci ragiono e canto). La verità molto soggettiva è poi che a me Battisti non è mai piaciuto, anche se naturalmente sono in grado di ricordarmi a orecchio molti dei suoi motivi; ma ricordo bene anche le assurde canzonette di Orietta Berti e di Raffaella Carrà. Quando Battisti diventava famoso andavo alle scuole medie, e probabilmente mi spacciavo per esperto di musica parlando male di lui; ma se da ragazzino avevo amato Gianni Morandi, già a 12 anni con mio fratello avevamo comprato l'album bianco dei Beatles e la mia nuova passione erano i Creedence Clearwater Revival. Tra il 68 e il 71 compravamo L'Isola non trovata e Radici di Guccini e anche Tutti morimmo a stento di De Andrè (per non parlare della scoperta della West Coast). Battisti e Mogol rientravano secondo me tra i canzonettisti, quelli che non lasciano il segno e che scrivono e cantano quasi soltanto inutili strofe d'amore. Francesco Guccini in vetta, certo, Guccini, che l'anno prossimo fa 80 anni. Il grande vecchio vive in un paesino sperduto negli Appennini e ricorda con nostalgia le cose di una volta. Per me - altro che Nobel a Bob Dylan! -, Guccini non è certo l'ultimo tra i protagonisti della letteratura italiana degli ultimi 50 anni. torna in alto6-10-'19 GRANDI ARCHITETTI, GRANDI SITI Il termine archistar, coniato per indicare un architetto di fama divenuto un brand più che un artista, ha dimostrato che l'architettura è diventata materia popolare e che certi edifici, invece di essere riservati all'ammirazione di pochi, hanno conquistato fama universale. Si è parlato molto, anche troppo, dell'effetto Bilbao creato da Frank Gehry con il suo spettacolare museo, al punto che la scelta dei capolavori in questo campo sta finendo per essere contaminata dalla loro fama, dal loro successo. Ci sono peraltro alcuni architetti, a mio giudizio straordinari pur nella mia limitata conoscenza di tutto ciò che si costruisce al mondo, che forse non sono proprio delle archistar, ovvero: lavorano moltissimo, fanno cose meravigliose, e non si pavoneggiano troppo. La mia scelta cade oggi su due grandi studi, BIG e Herzog-deMeuron, guidati il primo dal "giovane" danese Bjarke Ingels, il secondo dai due titolari, gli svizzeri di Basilea Pierre de Meuron e Jacques Herzog. Ingels, nato nel 1974, è un talento straordinario e ha davanti a sè una strada ancora da percorrere ai massimi livelli, per quanto abbia già costruito un grattacielo triangolare a Manhattan e stia per concludere, insieme ad altre innumerevoli grandi opere, il Two World Trade Center nell'area di ground zero. Herzog e de Mueron, classe 1950 entrambi, invece sono gli autori di alcuni celebri gioielli, come la trasformazione e l'ingrendimento della Tate Modern a Londra, lo Stadio olimpico di Pechino, e la impressionante ElbPhilarmonie ad Amburgo. La raccomandatissima visita ai loro siti web conferma che si tratta di due studi non solo all'avanguardia nella tecnica e nello stile, ma anche nella comunicazione. https://www.herzogdemeuron.com https://big.dk/projects Ovviamente, sto preparando due articoli su di loro ... [aggiornato il 20 ottobre: su H&D ho pubblicato, vedi FePdA] torna in alto30-9-'19 LA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO Scritta come una legge, piena di "vista la" e di "considerando che", la risoluzione del Parlamento Europeo sull'argomento definito "importanza della memoria europea" va letta per intero per evitare di cadere nella trappola degli esportatori di fake news. In partenza, molto discutibile, si dà anche all'Unione Sovietica la colpa per lo scoppio della guerra, ma in seguito c'è una riga che mi sembra particolarmente interessante (il soggetto è il Parlamento Europeo): condanna il
revisionismo storico e la glorificazione dei collaboratori nazisti in
alcuni Stati membri dell'UE; è profondamente preoccupato per la
crescente accettazione di ideologie radicali e per il ritorno al
fascismo, al razzismo, alla xenofobia e ad altre forme di intolleranza
nell'Unione europea ed è turbato dalle notizie di collusione di leader
politici, partiti politici e forze dell'ordine con movimenti radicali,
razzisti e xenofobi di varia denominazione politica in alcuni Stati
membri; invita gli Stati membri a condannare con la massima fermezza
tali accadimenti, in quanto compromettono i valori di pace, libertà e
democrazia dell'UE
Il richiamo a Marine Le Pen, a Giorgia Meloni, a Matteo Salvini, all'AFD tedesca di Meuthen e Gauland, ecc., è evidente, perchè dopo aver scritto ritorno al fascismo si parla di collusione di leader politici con quelle ideologie. Mi chiedo allora se questa risoluzione sia davvero stata letta dai nostri politici. torna in alto26-9-'19 LA RAI SOVRANISTA E FASCISTA Dopo averne parlato per sentito dire (vedi il 29 luglio), anche se da fonti autorevoli, ieri ho visto e sentito dal vivo un incredibile programma di RAI 2, in coda al TG2, Tg2 Post, a loro dire un approfondimento. Si parla della dichiarazione del parlamento europeo che accomuna il nazismo di Hitler al comunismo di Stalin. Si può evidentemente discutere della cosa, stabilire nella propria coscienza una scala di riferimento, ragionarci, ecc. ma il programma televisivo deve introdurre l'argomento in modo neutrale, senza pendere di qui o di là, soprattutto su argomenti che alla fine sono politici. E invece nell'introduzione che dovrebbe essere neutrale si affermano delle sciocchezze incredibili, tra cui che nel mondo tutti dicono che il comunismo è come il fascismo, tranne che in Italia (ovviamente per colpa del PCI). Poi ci sono in studio ospiti tutti dalla stessa parte, con qualche inserto registrato di altre tendenze, subito distrutto dai presenti in studio che evidentemente non hanno contraddittorio. La TV di Salvini è questa? Inutile spingersi troppo in là con le parole: è una TV che fa schifo. Per fortuna che a breve verrà smantellata, e basta questo per farci tirare (provvisoriamente) un respiro di sollievo. torna in alto24-9-'19 LA LEGA E I SANTI PROTETTORI Volevo scriverne io ma, come spesso accade, Michele Serra è stato non solo più efficace ma anche più veloce di me ... La Lega trasformata in un'appendice della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, chi glielo va a dire al Bossi del Dio Po? Il nuovo sindaco
leghista di Riace ha levato i cartelli con la dicitura “città
dell’accoglienza” per riconsacrarli “ai santi medici e martiri Cosma e
Damiano”.
Inappuntabile la pezza d’appoggio fornita dal primo cittadino: cade proprio quest’anno il trecentocinquantesimo anniversario dell’arrivo in Riace della reliquia del santo Cosma. Un evento al cui confronto, come si può ben capire, l’arrivo o la partenza, da Riace come altrove, di migliaia di esseri umani nostri contemporanei, per giunta ancora vivi, assume un rilievo infinitamente meno solenne. Michele Serra
da Repubblica del 24 settembre torna in alto19-9-'19 NINO DE LUCA AL MACRO DI ROMA Dal primo al sei di ottobre, il MACRO ospita una esposizione dell'amico pittore Nino De Luca. Il MACRO si trova in via Nizza ed è una bella architettura moderna costruita su parti della vecchia birreria Peroni. La mostra di Nino si chiama Profondi Blu ed è dedicata al Mediterraneo. torna in alto14-9-'19 ALTRI FILM NELLA LISTA Qualche giorno fa, il 18 agosto per l'esattezza, ho buttato giù una lista dei 20 film più belli che ho visto. Probabilmente condizionato da IMDB, che finisce per premiare soprattutto film americani e/o di epoca recente, ho sottovalutato qualche vecchio film. Ecco allora, con un rank approssimativo (come i precedenti) da 21 a 30, altri dieci film superlativi... 21. Stagecoach (John Ford) 22. A007 Goldfinger (Guy Hamilton) 23. Miracolo a Milano (Vittorio De Sica) 24. Il Gattopardo (Luchino Visconti) 25. Im lauf der Zeit (Wim Wenders) 26. The Quiet Man (John Ford) 27. City Lights (Charlie Chaplin) 28. Fearless Vampire Killers (Roman Polanski) 29. The Great Escape (John Sturgess) 30. Cabaret (Bob Fosse) torna in alto12-9-'19 ULTIME LETTURE Come prefissato, in questo blog intendo segnalare qualche articolo mio o delle mie riviste, qualche altro meritevole in luoghi diversi, e qualche lettura appena fatta. Ebbene, nell'ultimo mese, mese e mezzo, ho letto di fila cinque libri che hanno per protagonista il commissario Ricciardi, scritti da Maurizio de Giovanni, ambientati nella Napoli degli anni Trenta, quindi nel ventennio fascista. Sono da parecchi anni libri molto letti, molto venduti, tanto che sta per uscire una serie televisiva. Mi sono piaciuti, certo, li ho letti molto velocemente, ma mi sono anche chiesto perché: perché mi sono piaciuti voglio dire. E nel cercare di rispondere ho scoperto alcuni punti interessanti relativi al mio gusto di lettore. Il fatto è che questi libri sono scritti apena decentemente, hanno tempi lunghi, frequenti ripetizioni, una lingua poco curata se non in alcune pagine dove vorrebbe essere lirica e dove invece esce fuori una certa retorica, una certa banalità. Le trame poi sono sconnesse e alla fine l'integerrimo commissario si comporta come un giudice, decidendo che cosa far passare per vero e che cosa no. Eppure, detto dei difetti, questi libri si leggono bene e sono piaciuti a molti, me compreso. Il segreto sta - io credo - essenzialmente nei personaggi, che finiamo per amare perchè sono tanto improbabili da sembrare veri: il commissario abilissimo, malinconico, quasi uno iettatore per molti, dotato di un misterioso terzo occhio che lo aiuta nel suo mestiere, il brigadiere bravissimo e umanissimo, il vice questore idiota, il medico sarcastico, la giovane amata dal commissario introversa e taciturna, eccetera.... Sono figure scelte e costruite con grande abilità e curiosamente, sembra che basti questo per trovare bella la loro storia. Forse, la critica letteraria dovrebbe strutturare qualche tabella comparativa per definire cos'è bello e cos'è brutto nei romanzi e nei racconti. Potrebbero uscire delle sorprese. torna in alto6-9-19 100 ANNI BAUHAUS Non ne ha troppo diritto, perchè la vera città-bauhaus è la piccola Dessau, ma Berlino sta facendo le cose in grande per celebrare i 100 anni del Bauhaus, inaugurato a Weimar nel 1919 appunto. Ci sono punti di attrazione, tra cui le vetrine di alcuni negozi che espongono immagini e ricordi dei protagonisti, librerie specialistiche ben attrezzate anche di libri storici, un centro di conferenze allestito in un padiglione, eventi di ogni tipo tra cui anche teatro e balletto, e soprattutto da ieri una bella mostra nella Berlinische Galerie, il museo di fotografia, architettura e altro che da qualche anno è aperto non lontano dal celebre museo ebraico di Libeskind, a Kreuzberg. La mostra è ben allestita, didattica, con molte fotografie e molti oggetti originali (tanto che si chiama Original Bauhaus) e riesce a creare un'atmosfera calda e intima, con qualche squarcio nelle tante attività della scuola. Ne ho appena scritto una recensione, che apparirà come sempre su Fogli e Parole d'Arte. torna in alto4-9-19 UN'ALTRA ARIA Proprio un'altra aria a Berlino. Da anni frequento la capitale quasi soltanto nelle festività, Natale, Capodanno, estate, e qualche volta mi sono chiesto se nei periodi di lavoro non sia più caotica o disordinata o comunque meno vivibile. Non è così: Berlino è anche adesso affollata ma educata, ingolfata di macchine ma quasi senza clacson, impegnata ma sempre sorridente. Un'altra aria anche in Italia, per fortuna. Speriamo non litighino, speriamo ci sia voglia di fare, anche perchè il nodo cruciale non sono le fesserie di Salvini con i migranti e la legittima difesa e viva l'Italia, ma è l'Europa, la nostra adesione, la nostra prospettiva di farne parte davvero, senza barare (come sempre abbiamo fatto nei contributi) e senza più insulsi discorsi tipo "l'Europa pretende": siamo noi come europei che vogliamo, che pretendiamo, che decidiamo. torna in alto31-8-19 ULTIMO GIORNO DI LAVORO! Oggi è il 31 agosto, è sabato, la mia scuola è chiusa, ma oggi è in ogni caso il mio ultimo giorno di lavoro pagato dal MIUR. Da domani: pensione, pagata dall'INPS! Nell'ottobre del 1987 entravo all'Istituto d'Arte Midossi di Civita Castellana dove avevo vinto la cattedra di Storia dell'Arte. Ci rimasi 16 anni, rivestendo tra l'altro alcuni incarichi, vice-preside per sette anni, poi per due anni coordinatore didattico (che di fatto implicava la direzione dell'Istituto d'Arte, confluito in un nuovo istituto comprensivo). Nel 2003 trascorrevo un anno tra lo Stendhal e il De Sanctis di Roma, per poi subito nel 2004 ottenere il trasferimento all'ISA Roma 2 (oggi LA Enzo Rossi). Altri 15 anni stabile, senza incarichi particolari, fino a ieri, raggiungendo quindi la quota di 32 anni di insegnamento; sono più della metà dei miei anni compiuti ... Non so se avrò rimpianti, per ora sono sicuro soltanto di quello che mi mancherà della scuola: gli studenti. torna in alto30-8-19 IL GOVERNO CHE VERRÀ Inutile assumere atteggiamenti ambigui, il nuovo governo M5S - PD mi sta bene. E mi sarebbe stato bene un anno e mezzo fa, quando le elezioni davano per plausibile, visto il trionfo di De Maio e Co., un governo monocolore dei grillini con l'appoggio esterno dei democratici. Il ribaltone di De Maio, che scelse una del tutto imprevista alleanza con la destra del superbuzzurro, viene oggi aggiustato secondo logica. Tutto ciò è evidente se si ha una memoria più lunga di un anno. Nel frattempo si riconferma il ruolo speculativo del leghista antieuro che, trovandosi al potere, compra e vende BOT sulla base delle farneticazioni - che lui conosce in anticipo - del suo capetto. I nuovi profeti si confermano squallidi quanto gli antichi. torna in alto22-8-19 DUE CITAZIONI A PROPOSITO DI SALVINI Molti scrivono sulla crisi di governo, ne scriverei anch'io, ma ci sono ancora giornalisti seri - per fortuna - che lavorano e scrivono bene, molto meglio di me: Non
si presenta una mozione di sfiducia per ottenere un rimpasto che
peraltro gli era stato offerto più volte. Non si ritira quella mozione
di sfiducia cinque minuti prima che il presidente del Consiglio vada a
dimettersi al Quirinale, se non si è disperati. Non si dichiara finito
un governo per poi tre giorni dopo, quando l’aria è cambiata, fare
dichiarazioni da fidanzato pentito come “il mio telefono è sempre
acceso”. Non si accusa PD e M5S di essere d’accordo da mesi quando sei
stato tu ad aprire unilateralmente la crisi e non loro, ammettendo
quindi di essere stato più scemo di tutti gli altri. Anche come “uomo
forte” avremmo meritato qualcosa di meglio di questo formaggino.
Tra qualche ora
capiremo meglio. Intanto una cosa è chiara: @matteosalvini è
un politico modesto, tecnicamente rozzo, mal consigliato, forse
sottoposto a pressioni - diciamo così - esterne. Insomma lo rivesti, lo
togli dalla consolle del Papetee e capisci che è un penoso bluff.
Fabrizio Roncone (Corriere della
sera)
il 20 agosto su Twitter torna in alto18-8-19 LA LISTA DEI 20 FILM PIU' BELLI E allora tiriamole fuori queste liste di film e libri prediletti! Quella dei libri sarà difficilissima, ma anche sui film non si scherza, con il solo vantaggio di prendere come confronto e promemoria la parallela lista di IMDB: così non dovrei dimenticarmene troppi! Numero predefinito venti, nell'ordine proprio soggettivo che mi va, e sarà un caso ma nella mia classifica non c'è neppure un film italiano. Eccola:
torna in alto17-8-19 ULTIME SU FePdA Ho appena pubblicato su Fogli e Parole d'Arte una recensione di Georgia Schiavon al libro su Adriano (l'Imperatore) di Carandini e Papi, e un intervento multimediale di Antonio Mastrogiacomo. torna in alto16-8-19 RILEGGERE E RIVEDERE Mi sembra sia stato Italo Calvino a dire che classico è un libro o un'immagine che ogni volta rivela nuove qualità, e la frase implica che il classico si legge o si vede più volte. Rivedere un film è normale, capita di vederlo al cinema (oggi sempre più di rado), poi in televisione, poi su un nastro o su un disco, e infine oggi in streaming. C'è gente che conosce a memoria le battute dei film preferiti e ogni dettaglio delle immagini. E questo accade se il film è in grado ogni volta di essere rivisto senza aver perso la sua originalità, o la sua forza, o quale che sia la sua specificità. Lo stesso può dirsi dei libri, i romanzi o i racconti memorabili che più che conoscere a memoria ricordiamo nei contenuti generali, nella sintesi delle trame. Il concetto di rivedere implica peraltro che il film non è invecchiato; mi sono chiesto spesso come mai alcuni film invecchiano e altri no, ma la miglior risposta ce l'ha data Calvino: perchè sono capaci ogni volta di darci qualcosa di nuovo; quindi sono o diventeranno dei classici. Eppure, ci sono film eccellenti che non ho voglia di rivedere, mi viene in mente Leaving Las Vegas, una storia triste e bellissima che ha per protagonisti uno scrittore aspirante suicida e una prostituta. Ci sono invece film meno eccellenti che rivedo per puro gusto di semplicità e divertimento, come Notting Hill o Pretty Woman. E infine ci sono film celebri che mi sembrano davvero invecchiati, ad esempio diversi film di Hitchcock che secondo me hanno perso gran parte della loro forza per colpa di un ritmo troppo lento e ripetitivo: Vertigo è diventato quasi ridicolo. E i libri? La cosa coi libri è più seria, anche perchè richiedono maggior impegno, non si può mandare avanti un libro senza guardarlo ... Di certo alcuni romanzi sono talmente impegnativi che una volta letti difficilmente si ritrova la voglia e il tempo di riprenderli in mano. Nel mio caso, un po' maniacale lo ammetto, la rilettura integrale di Guerra e Pace, che non ho dubbi a definire di gran lunga il più importante romanzo della storia delle letterature, è avvenuta periodicamente, diciamo con un intervallo massimo di dieci anni, e ogni volta mi ha dato qualcosa di più delle letture precedenti. Cosa rileggere comunque? A partire dalle cose di scuola, non certo Manzoni, che per me può pure finire nel cestino; mentre tra i classici classici, l'Odissea e l'Iliade vanno riscoperte senz'altro. E anni fa ho riletto con piacere e sorpresa Le Metamorfosi di Ovidio, che in realtà erano state una lettura parziale del passato. Borges, Borges va imparato a memoria. E va letto e riletto il Marquez di Cent'anni di solitudine, un libro che non mi stancherò mai di suggerire a tutti e che forse può trovare un rivale solo in Tolstoj. torna in alto12-8-19 QUALCHE LIEVE DIFFERENZA Nel rapporto col passato l'Italia e gli italiani hanno una particolare abilità: dimenticarlo. Il 26 aprile del '45 metà degli italiani avevano già dimenticato di essere stati fascisti a tutto campo. L'altra metà lo avrebbe dimenticato nell'arco di cinque anni. Oggi la parola fascista è ancora una parolaccia, ma viene usata con una specie di virgolettato, fascista, sì, però... Umberto Eco diceva giustamente che tutto sarebbe più facile se certi personaggi avessero il coraggio di dirlo, siamo fascisti; invece, mantengono l'ipocrisia di non dire in pubblico la parolaccia, ma come tutti di dirla in privato. In Germania, dove trascorro in media un mese o poco più ogni anno, il rapporto col nazismo è completamente diverso. I tedeschi si vergognano profondamente di essere stati nazisti e sistematicamente ne parlano, ne scrivono, e fanno in modo che anche gli altri ne parlino. Nel centro di Berlino ci sono tre monumenti enormi alla tragedia: il Memoriale agli ebrei uccisi, grande come due isolati; il museo Topografia del terrore, che racconta la storia del nazismo; e il Museo ebraico, dedicato all'olocausto. Oggi i telegiornali tedeschi hanno dedicato una pagina commossa all'anniversario dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema. Al di fuori dei programmi o dei film dedicati alla storia, difficilmente capita in Italia di commemorare regolarmente stragi fasciste commesse all'estero, come quelle ad esempio in Etiopia, in Libia, in Grecia, ecc. A prescindere dalle dimensioni delle efferatezze, certamente maggiori nel nazismo, quello che manca in Italia è chiaramente la capacità di ammettere i propri errori. Abbiamo persino inventato una parola, armistizio, per definire un plateale tradimento. E con questo ci siamo salvati, come il peccatore davanti al prete che ti confessa e ti consente di non pensarci più. torna in alto8-8-19 ESSERE ATEI Qualche anno fa, in un dibattito televisivo riportato sui quotidiani, il candidato premier Bersani, segretario del PD rispose incredibilmente alla domanda di chi fosse il suo modello con il nome di papa Giovanni XXIII. Essere atei in Italia è difficile e anche chi di fatto lo è cerca spesso di mascherarlo con qualche ambiguità, tipo "rispetto la fede cristiana", "invidio chi ha la fede", "qualcuno deve esserci lassù", e via dicendo. Margherita Hack, Piergiorgio Odifreddi, Andrea Camilleri, Carlo Calenda, sono nomi che in questo momento mi vengono in mente nel merito di non nascondere il proprio ateismo, e a loro voglio associarmi nel combattere ora la spaventosa ipocrisia del nostro superbuzzurro di governo. Dopo aver giurato sul vangelo, invocato la madonnina et similia, il 5 agosto scorso Salvini ha pubblicato su quella fogna di Twitter (così la definiscono gli utenti stessi di Twitter mentre ci trascorrono ore di insulti reciproci) un'immagine della madonna con questa dedica: "5 agosto è il giorno in cui è nata Maria santissima AUGURI MAMMA PROTEGGICI". Il 5 agosto è una festa non cattolica, ma ortodossa, perchè la madonna di Medjugorje rivelò che quello fosse il suo compleanno .... Siamo alla frutta direbbe qualcuno. Guccini cantava "da te, dalle tue immagini, e dalla tua paura, libera Nos domine". Anche a lui, come sempre, mi associo. torna in alto6-8-19 BUZZURRI, BURINI, CAFONI Quando molti molti anni fa mi trasferii a Roma, qualcuno - francamente non ricordo chi, forse un compagno di studi - mi spiegò cosa si intende a Roma, addirittura in chiave storica, con i termini buzzurro, cafone e burino (buro nella parlata più popolare). Il buzzurro viene dal Nord, in genere Piemonte o Lombardia, è arrogante, e crede di saperne più di te in tutto e per tutto; il burino viene dall'interno, dalle campagne o dalle montagne, ed essendo molto ignorante fa finta di non esserlo; il cafone viene dal Sud, da Napoli e dalla Sicilia in particolare, ed è soprattutto maleducato. Mi è venuta in mente questa spiegazione mentre cercavo di spiegare l'attuale governo italiano ad alcuni tedeschi, che ancora non si capacitano come l'Italia sia di nuovo caduta in mano, dopo Berlusconi, a incredibili personaggi della destra. Il governo oggi, a tutti gli effetti, è in mano a un buzzurro e a un cafone. PS Io sono nato a Milano e
cresciuto a Torino.
torna in alto2-8-19 PORTONI BRANDEBURGHESI Brandenburg (in italiano perde una n e diventa Brandeburgo) oggi ha 70mila abitanti, ne ha avuti di più nel secolo passato quando faceva parte della DDR, ma la grande storia di questa città è antica, perché nel X secolo fu la prima vera capitale di questa zona, tanto che il Land federale si chiama tuttora Brandenburg, con capitale Potsdam, al cui interno si trova la Città-Stato di Berlino capitale della Germania. Il nome ritorna in alcuni luoghi a tutti famigliari, come i meravigliosi Concerti brandeburghesi di Bach e la Porta di Brandeburgo di Berlino, divenuta il simbolo della città. Tra Berlino e Brandenburg ho scattato alcune foto alle porte di case, palazzi e chiese e ne ho fatto una carrellata che si vede qui sotto. Sono i Portoni brandeburghesi! torna in alto30-7-19 UN MANUALE UTILE Su AZIONI PARALLELE n. 6 "Falsificazioni" abbiamo linkato un saggio di Nicoletta Bourbaki (che è lo psuedonimo di un gruppo di ricerca italiano) dal titolo esplicito: "Questo chi lo dice? E perché? Una guida per la fruizione critica delle fonti fuori e dentro il web. Con esempi e proposte di esercizi didattici." torna in alto29-7-19 LA TELEVISIONE ITALIANA Nel 2007 la televisione italiana passò al digitale terrestre e tutti quelli che avevano un apparecchio non idoneo furono tenuti a comprarne uno nuovo o aggiungere un decoder al vecchio. A casa mia (dove siamo solo in due) si optò per una soluzione migliore: buttare definitivamente il vecchio televisore e non comprarne altri. Da allora la frase "non vedo la tv" che molti dicono per mostrare un certo tipo di autonomia intellettuale, è invece assolutamente vera nel nostro caso. In realtà, ci capita ogni tanto, nei weekend e in viaggio, di vedere qualcosa, e ogni volta la sorpresa è grande, i programmi sono ancora più insulsi di un tempo e le notizie ancora più false di una volta. La televisione generalista è così di sua natura? per forza di cose concepita come nazional-popolare? destinata ad ospitare solo giochi a quiz, notizie di cronaca, litigi politici, ricette di cucina? e alcune migliaia di spot? Ci vuole poco per scoprire che può non essere così: basta vedere qualche trasmissione estera (si può fare oggi direttamente sul web senza passare fisicamente le frontiere) in Francia, in Germania, in Gran Bretagna, in Spagna. I programmi sono stupidi allo stesso modo, ma molto più educati. I telegiornali sono agli antipodi dei nostri, forniscono notizie internazionali, di politica interna, di costume, e di cronaca solo per eventi eccezionali. La nostra televisione di stato e quelle di Canile5 sfornano notizie prive di importanza come se fossero alla base di scenari internazionali, ci informano di un morto ammazzato urlando per strada quando nel frattempo altre decine sono morti in silenzio. Infine, a quello che leggo e che vedo sui siti, il sovranismo d'accatto si è insinuato nella programmazione RAI, grazie a una nuova gestione di leghisti purosangue. E il popolo sovrano ascolta, e si fa fregare, ancora una volta felice e contento .... PS del
30 luglio: citazione dall'articolo di Francesco Merlo del 30 gennaio su
Repubblica.it
In faccia agli scomposti e volgari energumeni di governo, persino oggi sniffatori d'odio e spacciatori d'astio, è stato il funerale dell'Italia semplice che ha mortificato la retorica feroce che la Rai ha invece apparecchiato, a partire da quell'inedita e penosa sospensione di un minuto di tutti i suoi programmi, l'eccesso sgangherato appunto che a Somma Vesuviana non c'era. Non si sono sentiti i gridi d'odio verso gli assassini e neppure le pene anticipate che Salvini e Di Maio stanno infliggendo da due giorni, lo sciacallaggio alla genovese insomma, quel buttarsi sulla disgrazia che è tipico dei disgraziati. Li ha smentiti Somma Vesuviana che, almeno per un giorno, non somiglia alla sempre più sgangherata tv del pomeriggio: niente veli neri e "figlio mio bello, marito mio bello", non il barocco degli svenimenti e dei capelli strappati in diretta tv, ma la forza del dolore mai esibito, delle lacrime trattenute, una lezione di civiltà e di stile. torna in alto28-7-19 ARTICOLI SU FOGLI E PAROLE D'ARTE Ho appena pubblicato due nuovi articoli di Nicola Belcari sulla mia rivista, Fogli e Parole d'Arte. Belcari si sofferma sull'impressionismo come radice della modernità e della contemporaneità e lo accosta e confronta con un romanzo meno noto di Zola, "L'Opera". Da leggere con attenzione. torna in alto24-7-19 DUE LIBRI CHE MI ERO DIMENTICATO Qualche giorno fa ho elencato gli ultimi libri che ho letto, ricostruiti guardandomi intorno nel mio studio e controllando Amazon-ordini-recenti. Mi accorgo che due li avevo dimenticati, il primo è il saggio ricco e "inutile" sulla Tempesta di Giorgione, scritto da Sergio Alcamo, di cui ho parlato qui. Il secondo libro dimenticato invece mi ha creato un dubbio, di averlo dimenticato volutamente, perchè è un libro che ha avuto un certo riscontro culturale, se ne è discusso molto sui giornali, e l'ha scritto un autore che stimo: The Game di Alessandro Baricco. Forse l'ho dimenticato perchè mi hanno dato fastidio molte cose scritte da altri (che capiscono pochissimo del tema) sul libro e anche alcune cose scritte da Baricco stesso. D'altra parte, il libro è originale e cerca, per una volta nella nostra arretratissima Italia, di mettere qualche punto fermo nel merito del nuovo mondo digitale che Baricco chiama appunto "The Game" (usando una metafora a mio avviso non molto efficace, inadeguata). I miei appunti al libro - in questa sede - sono rapidi: a) Baricco trascura due eventi che furono ritenuti importanti e poi dimenticati, Second Life e Pokemon Go, dei quali invece valeva la pena di parlare a lungo in relazione con The Game; b) Baricco utilizza, e ce lo fa capire, i Mac e gli IPhone e gli IPodPad eccetera, ma il mondo per fortuna non si risolve nella Apple; c) Baricco cade nella trappola/moda attuale di chiamare élite una fantomatica classe dominante, cui lui stesso palesemente appartiene e di cui nessuno ancora ha dato una definizione convincente. Per tutto il resto il libro merita di essere letto, eccome. torna in alto23-7-19 GERHARD RICHTER Ho scritto così tante volte di Gerhard Richter negli ultimi anni, per via di mostre o cataloghi o, semplicemente, di Arte con la A maiuscola, che sicuramente qualcuno penserà a una mia ossessione per lui, peraltro considerato sia dalla critica sia dal pubblico sia dalle aste commerciali il maggior pittore vivente. Se ne scrivo ancora qui è per un altro motivo: il sito web di Richter. Si tratta di un sito assolutamente perfetto e magistrale, nel senso che consente di seguire, conoscere e approfondire la carriera di Richter, comprendendone a fondo le caratteristiche. Per farlo, sono pubblicate sul sito migliaia e migliaia di immagini, tra cui gli oltre 800 fogli di grande formato che compongono l'ATLAS, ovvero l'atlante fotografico che Richter mette insieme da oltre quarant'anni; ogni foglio è il risultato di un collage fotografico che prende il materiale dai giornali, dalle riviste, dalla stampa in generale e dalle proprie fotografie. L'Atlante di Richter è anche in corso di pubblicazione, a volumi, ma la sua stessa natura si sposa perfettamente con le caratteristiche del Web. Una visita attenta e prolungata al sito di Richter può far capire e apprezzare, io credo, non solo la ricerca formale della pittura del Novecento, ma anche di per sè la natura stessa della rappresentazione. torna in alto20-7-19 LA LUNA, MEZZO SECOLO FA Chi può dire "ricordo bene la notte tra il 20 eil 21 luglio del 1969" oggi è un uomo o una donna adulta, matura, non più giovane: cinquant'anni sono tanti (mezzo secolo, e sembra un'eternità). Io avevo 13 anni allora e passai quella notte sveglio, davanti al televisore con i miei famigliari, sdraiati qui e là su poltrone e divani, in preda a un entusiasmo febbrile.La passione per i viaggi delle navicelle spaziali, prima Gemini poi Apollo, probabilmente arrivava da mio padre, e l'ho mantenuta sempre, affiancata dalle letture di fantascienza e dai film. (2001. A Space Odyssey è del '68, e con Blade Runner e Matrix occupa le prime tre posizioni dei miei film preferiti). L'Eagle di Apollo 11 fu il protagonista mezzo secolo fa, ma c'era già stato Apollo 8 con i primi astronauti Borman-Lovell-Anders che in effetti arrivarono intorno alla Luna, ne videro la faccia nascosta, e la Terra lontana come un altro pianeta, non più la casa di sempre. Poi sino al 1972 scesero sul nostro satellite gli Apollo 12, 14, 15, 16 e 17 (nessuno li ricorda più, e pensare che andarono anche in automobile sul suolo lunare), con in mezzo l'incidente pauroso di Apollo 13. La luna la celebriamo oggi, ma 56 anni fa, nel 1963, moriva assassinato l'uomo che l'aveva fortemente voluta, John Kennedy, insieme a suo fratello Bob uno degli idoli della mia adolescenza. |
I MIEI SCRITTI SU CARTA (e quindi da comprare, anche se qualcuno forse non si trova più) È appena uscito! LA GUERRA AL TEMPO DELLA PACE LA GUERRA SECONDO FRANCISCO GOYA l'intera collezione dei Disastri, nel marzo 2020 presso Asterios editore CHE COS'E' L'ARCHITETTURA alcuni saggi sul tema, presso Aracne editrice SCRITTI D'ARTE e ATTRAVERSO LE OMBRE due raccolte di scritti dal 2000 al 2017 in self-publishing molti articoli nelle pubblicazioni di KAINOS - l'elenco di annuari e seminari si trova nel vecchio portale della rivista vari articoli negli ANNUARI di AZIONI PARALLELE - sono elencati nella colonna di sinistra della rivista contributi nei SEMINARI di AZIONI PARALLELE amico-nemico elevazioni-cadute mari-terre modern-postmodern visite totali |